Cremona, aperto ospedale da campo. Primo malato in intensiva

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Con il primo paziente ricoverato in terapia intensiva da oggi pomeriggio è operativo il primo ospedale da campo in Italia. Si tratta di quello allestito in tempi da record, 36 ore, davanti al nosocomio di Cremona e donato da Samaritan’s Pursue, una organizzazione umanitaria cristiana evangelica statunitense, che con i suoi medici e le sue attrezzature si è messa a disposizione per dare una mano e salvare vite in una delle zone più colpite dal Coronavirus. La struttura, composta da 15 tende per ospitare 60 letti per pazienti positivi ma non gravi e altri 8 in rianimazione, un laboratorio analisi e una sala per le radiografie, una farmacia e tutti i servizi necessari, nel giro di pochi giorni funzionerà a pieno regime ed è una vera e propria ‘manna dal cielo’ per l’ospedale con cui condividerà i protocolli assistenziali e le cartelle cliniche.

Ospedale che pochi giorni dopo la scoperta del primo caso positivo a Codogno, esattamente un mese fa, si è trovato in una “situazione drammatica”, come ha raccontato questa mattina prima della cerimonia della ‘dedication’ Antonio Cuzzoli, direttore del dipartimento di urgenza ed emergenza. In città mancano i letti di rianimazione che pian piano sono stati riempiti, anche da pazienti di 30 anni e con un quadro clinico critico. E non è servito a niente moltiplicarli giorno dopo giorno, addirittura trasformando le sale operatorie perchè, oramai da tempo sono esauriti. E poi, hanno aggiunto i direttori generale e sanitario della Asst, Giuseppe Rossi e Rosario Canino, da tempo medici e operatori sono in trincea: nel pronto soccorso i malati da gestire in contemporanea arrivano anche a 50 al giorno e quasi tutti i reparti, eccetto l’ostetricia, l’oncologia e l’ematologia, sono riservati solo a chi è finito sotto la scure del Covid-19. “Ce la faremo ancora per poco”, ha aggiunto il primario. Nonostante nelle ultime settimane siano state reclutate un centinaio di persone, tra medici, anestesisti e infermieri, non basta. Ecco allora che l’ospedale da campo, che al momento, salvo proroghe, funzionerà per tre mesi (le attrezzature poi verranno donate alla Azienda Socio Sanitaria Territoriale) “sarà per noi un grande aiuto – aggiunge Canino – perché sono autosufficienti e noi oltre ad essere pieni non abbiamo più risorse per assistere pazienti così impegnativi”.

“Un raggio di sole” e “una speranza di vita” per molti l’ha definito all’assessore al Welfare Giulio Gallera prima di aprire la cerniera del tendone della terapia intensiva, gesto simbolico compiuto assieme a Eric Timmens, team leader della Ong. Il quale ha voluto ringraziare le istituzioni italiane, la protezione civile, anche locale, l’esercito e l’Aeronautica, “e tutti gli uomini e donne che ci hanno aiutato ” per allestire in poco tempo la struttura. Grazie a loro possiamo cominciare ad aiutare nel nome di Gesù Cristo. Questo ospedale la dedichiamo alle persone che in questo momento in Italia soffrono per il coronavirus”. Ci sono gli alpini al lavoro a Bergamo per costruire in Fiera un ospedale da campo per oltre 200 malati e a Crema dovrebbe essere operativo già lunedì quello che a Crema stanno allestendo gli uomini dell’esercito:: davanti al presidio ospedaliero della cittadina sono previste 22 tende, di cui una decina per i degenti, mentre la altre saranno usate come ambulatori, sala triage, mensa e uffici. E poi separati, in una sorta di container ( gli ‘shelter’) ci saranno tre posti in terapia intensiva, la farmacia e la sala per le radiografie. A gestirlo un gruppo di medici, tra cui alcuni attesi da Cuba, in collaborazione con i colleghi del ‘Maggiore’ che in questo modo cercherà di far fronte a questa tragedia che di giorno in giorno vede moltiplicarsi malati e morti.

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