Si chiama Cristiano Aresu ed è un farmacista romano. Nelle ultime ore il suo video girato in Giappone è diventato virale. L’argomento, ovviamente, è il coronavirus. Aresu mostra un paese che ha ormai sconfitto l’epidemia “Siamo tutti tranquilli”, dice. E poi parla di un farmaco che avrebbe risolto tutti i problemi. Si chiama Avigan ed è un antiinfluenzale, noto anche come Favipivavir, usato in Giappone che serve a curare molti ceppi del coronavirus. A quanto appurato dai medici giapponesi sarebbe in grado di curare il 90% dei casi di Covid-19. Ma è davvero così? Effettivamente non è del tutto una bufala, tanto che il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha annunciato che domani partirà la sperimentazione anche in Italia. Subito dopo si è pronunciata anche l’Aifa, chiarendo che si riunirà domani la Commissione tecnico-scientifica per valutare il farmaco in questione.
“Il medicinale – chiarisce l’Aifa in una nota – non è autorizzato né in Europa, né negli Usa. Ad oggi, non esistono studi clinici pubblicati relativi all’efficacia e alla sicurezza del farmaco nel trattamento della malattia da Covid-19. Sono unicamente noti dati preliminari, disponibili attualmente solo come versione pre-proof (cioè non ancora sottoposti a revisione di esperti), di un piccolo studio non randomizzato, condotto in pazienti con Covid-19 non grave con non più di 7 giorni di insorgenza, in cui il medicinale favipiravir è stato confrontato all’antivirale lopinavir/ritonavir (anch’esso non autorizzato per il trattamento della malattia Covid-19), in aggiunta, in entrambi i casi, a interferone alfa-1b per via aerosol. Sebbene i dati disponibili sembrino suggerire una potenziale attività di favipiravir, in particolare per quanto riguarda la velocità di scomparsa del virus dal sangue e su alcuni aspetti radiologici, mancano dati sulla reale efficacia nell’uso clinico e sulla evoluzione della malattia. Gli stessi autori riportano come limitazioni dello studio che la relazione tra titolo virale e prognosi clinica non è stata ben chiarita e che, non trattandosi di uno studio clinico controllato, ci potrebbero essere inevitabili distorsioni di selezione nel reclutamento dei pazienti”.
Già in passato, in sperimentazioni condotte su animali, il Favipiravir aveva dimostrato efficacia contro i virus influenzali più aggressivi e virulenti, come il virus del Nilo occidentale, il virus della febbre gialla, il virus afta epizootica e altri flaviviru, arenavirus, bunyavirus e alphavirus. È stata dimostrata l’efficacia anche contro gli enterovirus e il virus della febbre della Rift Valley. Nel corso delle sperimentazioni giapponesi le condizioni polmonari dei pazienti affetti da Covid-19 sarebbero migliorate nel 91% dei casi dopo aver assunto Avigan. Tanto che anche la Cina avrebbe deciso di produrre il farmaco con licenza giapponese.
Proprio in queste ore, come detto, arriva l’annuncio di una sperimentazione su Avigan anche in Italia. Luca Zaia, governatore del Veneto, lo ha riferito nel corso di una diretta Facebook: “Sta girando un video di un farmaco giapponese, l’Avigan. Noi siamo all’avanguardia nella sperimentazione dei farmaci. Vi informo che l’Aifa ha dato l’ok anche per questo farmaco che verrà sperimentato anche in Veneto, spero che da domani si possa partire“.
L’Agenzia italiana del farmaco Aifa ribadisce però di essere “costantemente impegnata a tutelare la salute pubblica, a maggior ragione in un momento di emergenza come quello attuale” di allarme coronavirus, “dando informazioni puntuali e aggiornate sulle evidenze scientifiche. E nell’esortare a non dare credito a notizie false e a pericolose illazioni, si riserva il diritto di adire a vie legali ove opportuno“.