27 marzo 2020, un giorno destinato ad entrare nella storia. Quello di oggi è stato un evento senza precedenti, poichè vedere un Papa pregare e benedire il mondo in una Piazza San Pietro completamente vuota non era mai accaduto. Non si tratta più di descrivere la nostra fede in un dio o nell’altro, non si tratta di essere atei o credenti.
Quello di oggi è un giorno triste e il pensiero non può che andare a tutte le famiglie colpite dal lutto di questi giorni, che ascoltando le parole del pontefice hanno avuto le lacrime agli occhi, in modo particolare oggi che i dati hanno portato ad una cifra record di 969 morti di coronavirus nelle sole ultime 24 ore.
Tutto si ferma, ogni cosa assume un significato secondario, il mondo dell’avanguardia e della tecnologia si riunisce attraverso uno schermo per ascoltare il discorso del papa e tutto questo non può non fare effetto. Una benedizione che vale più di ogni cosa, una preghiera che non esclude nessuno, dal più buono al più cattivo, dalla gente vuota a quella ricca di valori. Non esiste classe sociale alla pandemia, non esiste umorismo, non esiste l’immagine personale che ognuno di noi ha sempre voluto mostrare al mondo, ma esiste solamente la luce della speranza, in contrasto con le tenebre scese sul mondo.
Piazza San Pietro, simbolo del Vaticano, simbolo di Roma, centro del mondo, mai come oggi, mai come in questi tempi. Esiste solo il silenzio e il suono delle campane e della speranza in questo momento di oscurità. Il papa benedice i quattro punti cardinali e l’unico suono percepibile insieme a quello delle campane è quello delle sirene delle ambulanze che fanno avanti e indietro, mai impegnate come oggi.
Niente di più reale, niente di più triste, niente di più vero. Chi ha un anima non può non rimanere colpito da quello che è successo oggi, mentre chi non ne ha, non può non ritrovarla proprio adesso. Il mondo si rialzerà, ma come dopo ogni evento storicamente rilevante non sarà mai più lo stesso. Non esiste futuro per coloro che oggi non hanno recepito questo messaggio.