Coronavirus e fake news, il sociologo: “Non sono bufale innocue, c’è una precisa strategia. Italia nel mirino di entità statuali esterne”

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E’ ormai evidente che esiste un’industria delle fake news. Bene è venuto fuori ufficialmente, indagine del COPASIR, che la pandemia di coronavirus viaggia parallelamente all’infodemia. Dietro ogni azione di disinformazione c’è precisa strategia”.

Da oltre due anni sostengo che le fake news rappresentano ormai una conclamata emergenza sociale. Non si tratta di un fenomeno a carattere casuale o episodico. E’ ormai evidente che esiste un’industria delle fake news. Bene è venuto fuori ufficialmente che la pandemia di coronavirus viaggia parallelamente all’infodemia generata attorno al Covid-19 per distorcere la realtà e influenzare il dibattito pubblico”. Lo ha dichiarato il professor Francesco Pira, sociologo e docente di comunicazione e giornalismo dell’Università di Messina, che ha svolto ricerche sul fenomeno fake news pubblicando anche il volume “Giornalismi” (è coautore con Andrea Altinier edizioni Libreria Universitaria) in cui parla ampiamente dei processi di disinformazione.

Ieri il Copasir ha confermato che queste attività di produzione di fake news sono in corso nel nostro Paese: in questa fase di emergenza “entità statuali esterne” stanno facendo disinformazione on line con una “una campagna infodemica che vede nei Paesi dell’Unione europea, e nell’Italia come obiettivo non secondario, il proprio target” come ha spiegato il presidente Raffaele Volpi, informando che il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica “ha investito l’onorevole Enrico Borghi di una prima ricognizione sull’argomento”.

Secondo il sociologo siciliano: “le fake news non sono innocue bufale ma dietro ogni azione di disinformazione c’è precisa strategia che punta, anche in una situazione di emergenza a guidare il passaggio dall’infodemia alla psicodemia, e quindi allarme sociale, paura e panico. Anche i dati pubblicati dall’Oxford Internet Institute (Bradshaw, Howard, 2018) evidenziano come in 30 paesi sui 48 oggetto dell’indagine, agenzie governative, partiti politici stanno sfruttando le piattaforme social per alterare l’ambiente informativo, veicolare disinformazione e fake news, per promuovescetticismo e sfiducia con l’obiettivo di polarizzare i processi di formazione del voto, alimentare derive populiste e minare i processi democratici di partecipazione politica. E tra i paesi che mostrano le maggiori criticità – ha concluso il professor Pira – è inserita proprio l’Italia”.

Secondo quanto riportato dalle maggiori agenzie di stampa e media la campagna avviene mentre diversi Paesi, resi vulnerabili dalla crisi-Covid 19, “devono già affrontare la minaccia di scalate ostili ad asset strategici”. L’effetto della disinformazione è quello di destabilizzare i Paesi colpiti, indebolendo la tenuta dei Governi, già alle prese con l’emergenza Coronavirus.

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