Altri tre medici hanno perso la vita per l’epidemia di Covid-19. Lo rende noto la Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), che aggiorna costantemente la lista dei decessi includendo medici in attività, medici pensionati e medici pensionati richiamati in attività o comunque impegnati nell’emergenza. Il totale dei morti tra i camici bianchi sale così a 112.
LOMBARDIA – Milano “è una città dove probabilmente una serie di relazioni, di movimenti che ci sono perché la gente lavora, una città densamente popolata, questo porta quella curva a scendere ma non maniera così decisa e netta come ci aspettavamo e auspicavamo”. Lo ha spiegato l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, parlando dei contagi da Covid 19 nel capoluogo lombardo.
“La situazione – ha detto comunque Gallera – è molto diversa da quella di prima in Regione e a Milano la pressione sui pronto soccorso è molto contenuta. I cittadini sicuramente stanno facendo il loro dovere, ci vuole forse uno sforzo in più e poi una mappatura sul territorio sempre più stringente che è quella che stiamo cercando di mettere in campo”.
Il coronavirus è “un virus cattivo che crea problemi soprattutto alle categorie più fragili. Questo è il dramma che stiamo vivendo. Oggi i dati sono fortunatamente in miglioramento, ma tante sono ancora le persone nei nostri ospedali, la pressione sulle terapie intensive si riduce ma sono comunque ancora piene”. Lo ha spiegato l’assessore al Welfare Giulio Gallera, in collegamento con Mattino Cinque.
“Peraltro – ha detto Gallera – tutti ci dicono che le persone che usciranno o sono uscite dalla terapie intensive hanno bisogno di un lungo periodo di riabilitazione e probabilmente manterranno cicatrici sui polmoni e altre problematiche per tutta la vita”. Dunque, ha aggiunto, queste persone “andranno seguite. Ci riconvertiremo tutti, da ora in poi ci dovranno essere le massime precauzioni per tutti in fase di triage, avere più spazi per le riabilitazioni polmonari, capire i bisogni a domicilio e che cronicità si stanno andando a creare”. Per l’assessore, inoltre, sarà necessario investire di più “sulla medicina del territorio e avere norme che ci aiutino a sdoganare la telemedicina, che sarà strategica”.
VENETO – L’ultimo bollettino della Regione Veneto aggiorna con altri 144 nuovi casi stamane il numero dei positivi al Coronavirus, che raggiunge quota 14.432 dall’inizio dell’epidemia. Solo il cluster di Vo’ continua a segnare zero. I decessi rispetto a ieri sono 7, per un dato cumulato (ospedali e case di riposo) di 906 vittime. I soggetti attualmente positivi sono 10.736. Cala la pressione sulle terapie intensive degli ospedali (-7), dove si trovano 233 pazienti.
PIEMONTE – In Piemonte il contagio da coronavirus “sta andando via più lentamente” rispetto alle altre regioni. Lo sostiene il governatore Alberto Cirio a Rai Radio 1. “La nostra regione sta vivendo quello che Lombardia, Veneto ed Emilia hanno vissuto dieci giorni prima – spiega – Abbiamo uno scostamento che ci dice che da noi il virus sta andando via ma in modo più lento, mentre il dato dei ricoveri in terapia intensiva è positivo e continua a dirci che negli ultimi dieci giorni la curva si appiattisce. Ci sono elementi di positività, ma il contagio sta andando via più lentamente”.