Coronavirus, Protezione Civile:”57.576 guariti, 3.033 più di ieri”

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Sono 57.576 i guariti dal Coronavirus in Italia, con un incremento rispetto a ieri di 3.033. E’ il numero più alto dall’inizio dell’emergenza, mentre l’aumento ieri era stato di 2.943. Il dato è stato reso noto dalla Protezione civile.

Continua, per il quarto giorno consecutivo il calo dei malati di coronavirus in Italia. Sono 106.848 gli attualmente positivi, 851 in meno di ieri. E’ il calo maggiore dall’inizio dell’emergenza.

Prosegue ancora il trend in calo dei ricoveri in terapia intensiva per coronavirus. Ad oggi sono 2.267, 107 in meno rispetto a ieri. Di questi, 790 sono in Lombardia, -27 in meno rispetto a ieri. Dei 106.848 malati complessivi, 22.871 sono ricoverati con sintomi, 934 in meno rispetto a ieri e 81.710 sono quelli in isolamento domiciliare.

Sono 25.549 le vittime per coronavirus in Italia, con un incremento di 464 in un giorno. Ieri l’aumento era stato di 437.

Sono oltre un milione gli italiani che sono stati sottoposti a tampone. Dai dati della protezione civile emerge che gli esami effettuati fino ad oggi sono stati infatti 1.579.909 che hanno riguardato complessivamente 1.052.577 persone. L’incremento del numero dei tamponi rispetto a ieri è di 66.658.

Per la prima volta i “numeri sono particolarmente confortanti: il numero di dimessi e guariti supera il numero di nuovi casi nel Paese”, ha detto il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli facendo il punto sui dati del contagio in conferenza stampa.

L’ ‘R con zero’, l’indice di contagiosità del coronavirus, è sceso ad una percentuale compresa tra lo 0,5 e lo 0,7. Lo ha detto il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli in conferenza stampa alla protezione civile. Locatelli ha anche sottolineato che a partire dal 5 aprile, “con la sola eccezione di una giornata, c’è stata una riduzione del numero dei pazienti ricoverati. E dal 3 aprile c’è stata costantemente ogni giorno una riduzione del numero dei pazienti che erano ricoverati in terapia intensiva”.

Riaprire le scuole vorrebbe dire riportare l’indice di contagio, l’R con Zero’, ben sopra l’1. Lo ha detto il presidente del Css Franco Locatelli sottolineando comunque che si tratta di un suggerimento del Comitato tecnico scientifico e che la “scelta spetta al ministro e al governo”. “La scelta di raccomandare e di mantenere le interruzioni” delle lezioni, ha spiegato, “è stata dettata dal fatto che la riapertura delle scuole in concomitanza con il ripristino delle attività produttive avrebbe comportato l’andare oltre, e non di poco, l’incide di R con zero oltre l’uno”.

L’estate – ha detto ancora Locatelli – può essere “un momento di recupero dell’attività ludico-sportive” per i bambini, “però scordiamoci i campi estivi e scordiamoci gli oratori, questo deve essere chiarissimo. Ho diverse perplessità su come si possa garantire il distanziamento dei bambini”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Superiore di Sanità e membro del Cts Franco Locatelli sottolineando invece che, per quanto riguarda la possibilità di andare nei parchi, anche per i più piccoli, “è una cosa da considerare ma deve avere un accesso contingentato, per evitare le aggregazioni”.

Ci vorranno “dei mesi prima di poter pensare alla commercializzazione di un vaccino” e per capire quanto “potrà durare la protezione”. Lo ha detto il presidente del Css Franco Locatelli sottolineando che “oggi c’è evidenza” che “due potenziali vaccini negli Usa, uno in Inghilterra, uno in Germania e uno in Cina vi è una fase avanzata di sviluppo. Ma deve essere chiaro che ciò non significa affatto un’imminenza di commercializzazione, ma messa a punto di approcci vaccinali in grado di sviluppare una risposta immunologica protettiva per chi verrà sottoposto al vaccino”.

TUTTI I NUMERI

I dati in Lombardia – Sono 70.165 i positivi al Coronavirus in Lombardia, 1073 in più di ieri. I decessi sono arrivati a 12.940 (+200), mentre i ricoverati in terapia intensiva sono scesi sotto quota 800: sono infatti 790 (-27). I ricoverati Covid negli altri reparti sono invece 9.192. “In 20 giorni siamo riusciti a ottenere un risultato importante”: l’assessore alla Protezione civile della Lombardia Pietro Foroni così ha commentato i dati sul dimezzamento in 20 giorni dei ricoverati in terapia intensiva per Covid. “Il 3 aprile eravamo al picco con quasi 1.400 ricoverati in terapia intensiva, oggi siamo sotto gli 800, a 790”.

Al via a Roma la sperimentazione sul trasporto pubblico per l’avvio della fase 2. In alcune stazioni della metro saranno effettuate le prime prove per contingentare gli ingressi e monitorare i flussi dei passeggeri per fasce orarie. Su alcune linee bus partirà il primo monitoraggio per verificare l’affluenza, anche grazie all’ausilio dei contapasseggeri e di personale a bordo.

L’appello dei medici del lavoro- “Dateci la possibilità di fare tamponi e test sierologici sui lavoratori per far ripartire in sicurezza” le aziende. Lo chiedono i medici ‘competenti’, deputati alla sorveglianza dei lavoratori in azienda e che avranno un ruolo importante nella fase 2. Altrimenti, avvertono, “non possiamo verificare se un lavoratore è affetto da Covid-19”. Il network Consulcesi, che tutela legalmente i medici competenti, ha sottoposto a Ministero, Regioni, Protezione civile e Ordini tali istanze.

Troppi morti rispetto ai posti disponibili nei cimiteri. E’ la realtà di decine di comuni italiani tanto che il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli ha firmato un’ordinanza nella quale si prevede che, “per far fronte alle necessità di sepoltura”, i prefetti possano “disporre l’ammissione di defunti in ogni cimitero comunale dell’ambito territoriale di competenza, anche in deroga agli eventuali limiti stabiliti nei regolamenti comunali di polizia mortuaria”.

Morti due farmacisti, bilancio sale a 13 – Salgono a tredici i farmacisti uccisi dal Covid-19. Sono infatti scomparsi, rende noto la Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), altri due farmacisti: Angela Casotti, che esercitava in una farmacia di Fidenza (PR), e Mauro Toccaceli, socio titolare di una farmacia di Limbiate (MI). “Due professionisti e due persone stimati e amati dalla collettività per la quale hanno rappresentato un riferimento anche sul piano umano – sottolinea Andrea Mandelli, presidente Fofi -. Non ci sono più parole ormai per descrivere il dolore per queste perdite, che sono anche il riflesso di una situazione critica. Ai farmacisti, malgrado le nostre richieste risalgano al 24 febbraio e gli impegni assunti dalle autorità, non sono ancora stati consegnati i necessari dispositivi di protezione”. A questa “grave difficoltà – rileva – si aggiunge il fatto che la reperibilità e il prezzo delle mascherine sono un costante motivo di incomprensione con il pubblico e sono all’origine di frequenti controlli delle autorità”.

Intanto un nuovo appello alle autorità competenti a intervenire sulla speculazione e le difficoltà di distribuzione di mascherine arriva da Federfarma, che chiede di poter vendere i dispositivi di protezione “a prezzi imposti e senza inutili adempimenti burocratici” che annuncia di esser costretta, in assenza di provvedimenti, “a suggerire alle farmacie di astenersi dalla vendita di mascherine”. Sono introvabili e dai prezzi altissimi, spiegano, con la conseguenza di multe e sequestri per problemi di cui i farmacisti non sono responsabili ma “le prime vittime”.

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