Decreto sì, rilancio boh: i dubbi del turismo sulle misure del governo

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Salvare il turismo, per salvare il Paese. L’emergenza Coronavirus sta privando intere zone della linfa vitale che le tiene vive, facendo girare l’economia: il turismo. Un business talmente fruttuoso, prima della pandemia, da convincere Amy a lasciare la California e a trasferirsi nelle Cinqueterre per aprire un’agenzia specializzata in alloggi turistici a Riomaggiore. “Ora devo barcamenarmi facendo altro – racconta però oggi -. Se dovessi affidarmi al solo turismo, non avrei alcun reddito”.

Il turismo pilastro di occupazione e PIL: se crolla lui, crolla tutto

Quelli di Amy sono i problemi di molti. Secondo dati del World Travel and Tourism Council, il turismo rappresenta oggi in Italia il 13% del PIL e il 15% dell’occupazione. Numeri che nel 2018 ne facevano la quinta destinazione più visitata dagli stranieri al mondo, dopo Francia, Spagna, Stati Uniti e Cina.

Già tra febbraio e giugno, secondo un rapporto della Confederazione Nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, pandemia di coronavirus e limitazione degli spostamenti impediranno complessivamente l’arrivo di circa 25 milioni di stranieri. Per il settore turistico mancati ricavi di oltre il 70%. Un vero crollo soprattutto per i albergatori e ristoratori come Manuel, che sempre a Riomaggiore gestisce un ristorante: “Quest’anno possiamo solo provare a salvare l’attività. Lavoriamo solo con questo obiettivo”.

Dal tax credit alla tassa sui tavolini: le principali misure del “Decreto rilancio”

E’ anche per rispondere a inquietudini come quelle di Manuel, che tra i 55 miliardi del cosiddetto “Decreto rilancio”, il governo ne ha stanziati 4 per il turismo. “Una coperta corta”, per stessa ammissione del Ministro per i beni culturali e il turismo, Dario Franceschini, con cui si proverà a risollevare il settore. Queste, in sintesi, le principali misure.

  • Credito d’imposta. Voce più corposa del pacchetto, equivale a un totale di 2,4 miliardi. Fino a un massimo di 500 euro, il tax credit che potrà essere concesso alle famiglie con reddito Isee inferiore ai quarantamila euro, per pagamenti legati a servizi offerti in Italia da strutture turistiche e ricettive.
  • Fondo turismo. Dotato di 50 milioni di euro, sarà finalizzato a finanziare operazioni di mercato volte a finanziare acquisto, ristrutturazione e valorizzazione di immobili destinati ad attività turistiche e ricettive. Un altro fondo da 20 milioni è poi destinato alla promozione del turismo.
  • Imu. Cancellazione della prima rata, dovuta in ottobre, per un valore complessivo di 200 milioni di euro. A beneficiarne saranno alberghi, strutture ricettive e stabilimenti balneari e termali. Condizione necessaria è che il proprietario dell’immobile sia anche il gestore dell’attività.
  • Agenzie di viaggio e tour operator. Quelli con fatturato fino a 5 milioni di euro potranno ricevere contributi a fondo perduto, proporzionali alla riduzione di fatturato registrata tra l’aprile 2020 e quello dello scorso anno. Dotazione complessiva: 25 milioni.
  • Sospensione della tassa per i tavolini all’aperto. Congelata fino al 31 ottobre la Tosap, la tassa per ristoranti e bar che occupino il suolo pubblico con i loro tavolini. La misura, adottata in collaborazione con l’Anci, si affianca anche alla sospensione delle autorizzazioni, in merito accordate dalle sovrintendenze.

Decreto sì, rilancio boh: lo scetticismo degli operatori

Gli operatori del settore rispondono “ni”. Il problema, dicono dalla Federturismo, non è la cifra in sé, ma come è distrubuita: aiutare le famiglie va bene, ma con appena un quinto degli italiani che potranno permettersi le vacanze, per far ripartire il turismo vanno più che altro aiutate le imprese. L’investimento va poi fatto sul lungo periodo, sollecita l’Assoturismo Confesercenti: l’onda lunga della crisi si protrarrà fino al prossimo anno e per sopravvivere servono subito iniezione di liquidità e semplificazione burocratica.

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