I rendimenti dei fondi pensione complementari nel primo trimestre 2020 hanno avuto rendimenti negativi a causa dell’impatto dell’epidemia Covid sull’economia. Al netto dei costi di gestione e della fiscalità – fa sapere la Covip – i fondi negoziali hanno perso il 5,2%; mentre i fondi aperti hanno avuto una flessione del 7,5% e i Pip, i piani individuali pensionistici, di ramo III, caratterizzati in media da una maggiore esposizione azionaria, il 12,1%.
La rivalutazione del Tfr nel periodo è stata del 2%. Se si guarda ai dieci anni trascorsi il rendimento medio dei fondi complementari è stato superiore a quello del Tfr. Le risorse destinate alle prestazioni a fine marzo 2020 – sottolinea la Covip – sono pari a circa 180 miliardi di euro. Il dato non tiene conto delle variazioni nel trimestre dei fondi preesistenti e dei PIP “vecchi”. Il patrimonio dei fondi negoziali, 53,7 miliardi di euro, risulta in diminuzione del 4,3% rispetto a fine 2019 mentre nei fondi aperti sono accumulati 21,6 miliardi di euro (-5,7%) e 35 miliardi nei PIP “nuovi” (-1,4%). “Mostrando comunque una tenuta di fondo – scrive la Commissione a proposito dei rendimenti dei fondi – i risultati delle forme complementari ne hanno risentito. Nel primo trimestre i rendimenti medi sono stati in generale negativi. Ma valutando i rendimenti su orizzonti più propri del risparmio previdenziale, l’impatto della crisi appare più limitato. Nei dieci anni da inizio 2010 a fine 2019, il rendimento medio annuo composto è pari al 3,6% per i fondi negoziali, al 3,8 per i fondi aperti e per i PIP di ramo III, e al 2,6% per le gestioni di ramo I. Nello stesso periodo, la rivalutazione media annua composta del TFR è stata pari al 2%. Aggiungendo ai dieci anni gli ultimi tre mesi, i rendimenti medi annui composti scendono al 3% per i fondi negoziali e i fondi aperti e al 2,4% per i PIP di ramo III; restano pari al 2,5% i prodotti di ramo I. La rivalutazione del TFR nello stesso periodo si conferma al 2%.
Il patrimonio dei fondi negoziali nel primo trimestre 2020 – rileva la Covip – era pari a 53,7 miliardi di euro, in diminuzione del 4,3 per cento rispetto a fine 2019. Nei fondi aperti sono accumulati 21,6 miliardi di euro con una flessione del 5,7%, mentre 35 miliardi sono nei PIP (Piani individuali pensionistici) “nuovi” (-1,4 per cento).
Per tutte le forme, spiega la Covip, il calo delle risorse nel trimestre è spiegato in massima parte dalle perdite in conto capitale a fronte di una sostanziale stabilità dei contributi rispetto al passato. La più contenuta flessione nel caso dei PIP “nuovi” è riconducibile alla valutazione delle attività in base al metodo del costo storico che viene utilizzata per le gestioni di ramo I, che costituiscono la maggior parte del settore.