Sono stati licenziati i quattro poliziotti coinvolti nella morte di un afroamericano soffocato mentre gli agenti stavano tentando di ammanettarlo. Lo ha reso noto il sindaco di Minneapolis. “Questa e’ la decisione piu’ giusta”, ha detto.
“Lasciatemi, non riesco a respirare”: sono le ultime, drammatiche parole di un afroamericano ucciso da un agente di polizia che ha soffocato l’uomo bloccandolo a terra e premendogli il collo con un ginocchio. Un episodio che ricorda un altro caso simile e tristemente noto: quello del newyorchese Eric Garner nel 2014. Questa volta teatro della tragedia è Minneapolis, in Minnesota, e l’intera sequenza è stata filmata da una passante in un video shock che adesso scuote gli Stati Uniti.
Secondo le prime ricostruzioni, una pattuglia di agenti era stata allertata per la presenza di un uomo in un’auto che sembrava sotto l’influenza di sostanze stupefacenti. Giunti sul posto, i poliziotti hanno intimato all’uomo di scendere dalla vettura, ma questo ha cominciato ad opporre resistenza. Gli agenti lo hanno così bloccato a terra e, mentre cercavano di ammanettarlo, uno di loro gli ha tenuto premuto il collo con un ginocchio. “Per favore non riesco a respirare”, si sente nel video. L’uomo implora più volte gli agenti ma invano, anche se visibilmente in sofferenza. Quando arriva l’ambulanza, è troppo tardi: morirà poco dopo. La vittima è stata identificata come George Floyd, sulla quarantina; sembra che, poco prima, avesse cercato di usare un documento falso in un mini-market.
Gli agenti, che indossavano body-cam, sono stati sospesi e la polizia ha avviato un’indagine, ma al momento ha definito il caso come “incidente medico”. Il video, però, mostra che l’agente ha tenuto premuto il ginocchio sul collo dell’uomo a terra per almeno sette minuti. Non ha allentato la presa neanche quando Floyd sembrava aver perso i sensi e nonostante altri passanti gli chiedessero di controllargli il battito cardiaco. Intanto, è stato chiesto anche l’intervento dell’Fbi.
“Quello che ho visto è terribile. Quell’uomo non avrebbe dovuto morire. Essere un nero in America non dovrebbe essere una sentenza di morte”, è stata la reazione di rabbia del sindaco di Minneapolis Jacob Frey.
“Questo e’ il motivo per il quale protestiamo”: anche Lebron James, l’asso della Nba, si unisce all’indignazione che scuote l’America per la morte dell’uomo a Minneapolis. Il campione dei Lakers posta sul suo profilo Instagram la foto del ragazzo trattenuto dal ginocchio di un agente di polizia, e accanto la foto di Colin Kaepernick, il giocatore di San Francisco che nel 2016 rimase in ginocchio all’inno americano intonato prima di una partita di football americano, per protestare contro le violenze ai danni degli afroamericani. “Svegliati, hai capito ora o non e’ ancora chiaro?”, il commento alle due foto.