Ancora proteste a Minneapolis, monta la tensione in tutta l’America

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Monta la protesta in numerose città americane in seguito alla morte di George Folyd, a Minneapolis, ucciso da alcuni agenti di polizia.

Terza notte di disordini a Minneapolis. Un incendio è esploso all’esterno del commissariato degli ex agenti coinvolti nella morte di Floyd e l’edificio, assediato dai manifestanti, è stato abbandonato. Un corteo ha marciato verso il centro della città chiedendo giustizia e scandendo slogan contro la polizia e Donald Trump. Non distante dal luogo in cui Floyd è stato soffocato, un gruppo di facinorosi ha tentato di assaltare un mall ma è stato respinto dai gas lacrimogeni della polizia. I media locali riportano come i manifestanti sono riusciti ad entrare nel commissariato frantumando i vetri delle finestre, vandalizzando gli uffici e dando alle fiamme parte dell’edificio. Quest’ultimo è stato evacuato per sicurezza, dopo che gli agenti hanno esploso alcuni proiettili di gomma contro i dimostranti. Altri edifici della zona sono stati vandalizzati appiccando dei fuochi.

Almeno 30 le persone arrestate a New York, dove a centinaia sono scese in strada a Manhattan per protestare ed esprimere la propria rabbia contro la violenza della polizia nei confronti degli afroamericani. Momenti di tensione attorno a City Hall, la sede del municipio, dove c’è stato un lancio di bottiglie e di altri oggetti verso gli agenti. Un manifestante è stato arrestato per possesso di armi, altri per aver gettato in strada i secchi dell’immondizia e aver bloccato la circolazione.

Proteste anche in molte altre città d’America, tra cui Oakland, in California, e Denver, in Colorado, dove i manifestanti hanno bloccato alcune strade. Cortei e sit in anche a Chicago e San Francisco.

A Denver, in Colorado, è scattato il lockdown dello State Capitol, l’assemblea statale, dopo che alcuni colpi di arma da fuoco sono stati sparati mentre era in corso una manifestazione. I dimostranti hanno bloccato alcune arterie stradali della città.

Intanto gli ex poliziotti coinvolti nella morte di George Floyd non stanno collaborando con gli investigatori e si sono fono ad ora avvalsi della facoltà di non rispondere. E’ quanto reso noto in una conferenza stampa delle autorità che hanno ribadito come ancora non sia stato emesso alcun capo di accusa verso i quattro agenti licenziati. L’Fbi, che sta indagando insieme agli investigatori locali, ha chiesto di visionare altri video.

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