Altri due morti nelle proteste Usa, Trump: userò l’esercito per fermare i disordini

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Due persone sono rimaste uccise durante i disordini a Chicago. Ancora non chiara la dinamica dell’episodio. Oltre 60 gli arresti. E per il settimo giorno di seguito migliaia di americani, sfidando il coprifuoco, sono scesi in strada in diverse citta’ americane per protestare per la morte di George Floyd, l’afroamericano ucciso a Minneapolis per mano della polizia. A Washington la folla si e’ di nuovo radunata davanti a una Casa Bianca blindata, mentre lunghi cortei si stanno snodando a New York, Philadelphia, Atlanta.

La polizia di St.Louis ha denunciato che quattro suoi agenti sono stati colpiti da armi da fuoco durante le proteste per l’uccisione di George Floyd. “Sono stati tutti trasportati in ospedale, sono coscienti, riteniamo che non siano in pericolo di vita”, ha reso noto il dipartimento metropolitano su Twitter, aggiungendo che la situazione nel centro della città del Missouri è ancora tesa.

Sono tra le immagini piu’ drammatiche della storia recente degli Stati Uniti: il presidente che dal Rose Garden di una Casa Bianca blindata dai militari e assediata dai manifestanti definisce “atto di terrorismo interno” le proteste violente esplose in tutto il Paese dopo la morte di George Floyd. E pur di porre fine ai disordini Donald Trump minaccia di mobilitare l’esercito americano contro cittadini americani, invocando l’Insurrection Act del 1807 che da’ a un presidente il potere di dispiegare militari all’interno del territorio degli Stati Uniti.

“Io sono il presidente dell’ordine e della legalita’”, ha scandito il tycoon, mentre in sottofondo si udiva l’eco degli spari dei gas lacrimogeni lanciati dalla polizia militare contro i manifestanti che, sfidando il coprifuoco, stavano pero’ protestando pacificamente. “Il presidente ha il diritto di difendere il suo Paese e di proteggere la sua nazione. Non possiamo permettere che le proteste pacifiche vengano manipolate da anarchici di professione e gruppi antifa”, ha affermato Trump. Solo poco piu’ tardi si e’ capito il perche’ di una carica delle forze dell’ordine apparsa senza senso, usando anche proiettili di gomma e agenti a cavallo contro manifestanti fino ad allora innocui: finito di parlare alla nazione il presidente e’ voluto uscire a piedi dalla Casa Bianca per dirigersi verso la vicina St. John Episcopal Church.

Dunque, l’area doveva essere sgomberata. Giunto davanti alla chiesa Trump si e’ fermato, si e’ girato verso telecamere e fotografi e, alzando un braccio, ha sventolato la copia di una Bibbia: “L’America sta tornando grande”, ha detto, prima di tornare sui suoi passi. Con lui, oltre a un foltissimo e preoccupatissimo gruppo di agenti del Secret Service, il capo del Pentagono Mark Esper, il ministro della Giustizia Williamn Barr, la figlia Ivanka (l’unica con la mascherina)e il genero Jared Kushner. Ma non la first lady Melania. Quella andata in scena per molti commentatori e’ l’ennesima provocazione del tycoon.

Di certo, la volonta’ di mostrare che lui, il Commander in Chief, non ha paura di niente e di nessuno. Perche’ la storia del presidente costretto venerdi’ sera a rifugiarsi nel bunker della Casa Bianca con moglie e figlio non gli e’ andata giu’. E’ una vicenda che lo ha mandato su tutte le furie.

 

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