Sono stati affidati oltre 250 milioni di euro da TELT per la progettazione e costruzione del famoso tunnel ferroviario di 235 km che dovrebbe condurre i passeggeri da Torino a Lione (e viceversa) in tempi brevissimi. Un progetto di grande difficoltà se consideriamo che l’idea si diffuse nel pieno degli anni 90 e i primi lavori iniziarono solamente negli anni 2000.
Qualche anno fa si vociferava che entro il 2023 la struttura sarebbe già dovuta essere operativa, ma proprio in questi ultimi giorni è arrivata la conferma che il famoso tunnel non sarà pronto prima del 2030. Tuttavia gli appalti sono già stati assegnati a 20 imprese internazionali che sono specializzate in diversi settori, partendo dall’ingegneria fino ad arrivare alle costruzioni.
Per quanto riguarda la Francia, il Consiglio di Amministrazione ha dato la sua autorizzazione per la firma di un contratto di oltre 200 milioni di euro per i lavori legati ai pozzi di ventilazione in Maurienne, ovvero 4 tunnel paralleli scavati nell’area del comune di Avrieux, mentre in Italia sono stati affidati 5 appalti per la realizzazione di una nuova infrastruttura dal valore complessivo di 40 milioni di euro. In questa cifra troviamo compresi anche monitoraggi ambientali, sicurezza sul lavoro, gestione dei materiali di scavo e protezione e mantenimento dei cantieri.
In molti tuttavia (compresa la Corte dei conti europea) hanno criticato questo progetto fin dal principio, sia per il dispendio economico, sia per la lunghezza dei tempi di realizzazione. Ad opporsi a tale operazione è stato anche il Movimento No Tav, che lo scorso 17 giugno a Sam Didero, in Valle di Susa ha mobilitato decine di militanti per monitorare i campi e le devastazioni ambientali della zona, che sarebbero direttamente associabili alla realizzazione di un tunnel inutile, dispendioso e dannoso per l’ambiente. Addirittura nella medesima zona si parlava della costruzione di un nuovo autoporto, ma la successiva approvazione del progetto legato al tunnel Torino-Lione avrebbe annullato tutti i piani.