Nella giornata di ieri il premier britannico Boris Johnson ha annunciato nuove restrizioni dopo che i casi di coronavirus in Inghilterra stanno salendo a vista d’occhio. Solamente nell’ultima settimana i numeri hanno mostrato come la media giornaliera britannica equivalga a circa 15mila contagi al giorno con ben 3600 ricoveri negli ospedali inglesi. Stiamo parlando di dati decisamente più tragici rispetto a quelli dello scorso 23 marzo, ovvero quando Johnson aveva annunciato il lockdown nazionale.
Questa volta l’intento non sarà quello di imporre un ulteriore lockdown, proprio perché il premier sa benissimo che dal punto di vista economico l’Inghilterra (un pò come l’Italia) non potrebbe permettersi una ulteriore chiusura di tutte le attività produttive, poiché attraverso un provvedimento del genere l’economia andrebbe in crisi e i lavoratori si ritroverebbero sul lastrico. Da qui nasce la decisone di trovare una via di mezzo e mettere in pratica un sistema formato da tre livelli di allerta.
Il livello 1 prevede restrizioni a livello nazionale con il coprifuoco di bar e ristoranti alle 22 e nessun assembramento che superi quota 6 persone, mentre il livello 2 coinvolge gran parte del Nord dell’Inghilterra, tra cui Manchester e Newcastle e aggiunge al primo livello il limite di due nuclei familiari a contatto. Infine il livello 3 è destinato alle zone dell’Inghilterra che sono state maggiormente colpite dalla pandemia e impone la chiusura serrata di bar, pub, palestre, casinò e centri scommesse per almeno un mese.
Il contesto inglese vede i cittadini molto preoccupati, poiché la scelta di imporre questi tre livelli di emergenza non è condivisa da tutti e allo stesso tempo potrebbe essere arrivata troppo tardi. Secondo Chris Witty, massima autorità medica del governo, il futuro della terra britannica, un pò come quello di tutto il mondo, rappresenta ancora una grande incognita: “ci aspettano mesi molto difficili, anche perché non è chiaro se e quando avremo il vaccino. Per la Sars, ad esempio, non è stato mai trovato”.