Napoli, bombe carta e roghi nella prima notte di coprifuoco: scontri tra manifestanti e polizia

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Dopo l’annuncio di De Luca legato al lockdown per la prossima settimana, in quel di Napoli sono scoppiate le prime rivolte. La prima notte di coprifuoco è scattata ieri alle 23 e ha visto la sua apertura con un migliaio di persone, che dopo essersi messe in contatto attraverso i social, si sono riunite e hanno dato vita ad un corteo di protesta in barba alle regole appena introdotte. La maggior parte dei protestanti, pur essendo quasi tutti giovanissimi, erano dotati di fumogeni, bottiglie e altri oggetti che sono stati successivamente scagliati contro le forze dell’ordine che proteggevano il palazzo della Regione.

La replica dei poliziotti è stata caratterizzata dal lancio di lacrimogeni per disperdere la folla. La notte di fuoco a Napoli ha lasciato dei segni indelebili nei luoghi pubblici della città, con due campane per la raccolta differenziata che sono state incendiate e altri cassonetti che invece sono finiti in mezzo alla strada per essere utilizzati come barriere di divisione tra manifestanti e polizia.

Gli scontri sono durati diverse ore, fino ad arrivare ad una successiva calma. Non poteva esserci un finale peggiore per la giornata di ieri, caratterizzata proprio dalla richiesta di De Luca al governo, diffusa attraverso i social, per quanto riguarda l’imposizione di un lockdown nazionale, dove il presidente della regione Campania ha anche specificato che indipendentemente da quale sarà la risposta, lui inizierà il lockdown nella sua regione dal prossimo lunedì.

Nel dare una spiegazione alla sua estrema decisione, De Luca si è affidato ai numeri della Campania, che nella giornata di ieri hanno visto 2280 positivi, evidenziando l’aumento dei sintomatici e la diminuzione dei posti letto. Come se non bastasse, ormai da giorni non si parla d’altro che della decisione di chiudere anche le scuole in Campania, provvedimento che ha scatenato diverse proteste da parte dei genitori, che a Napoli hanno manifestato davanti alle scuole e anche presso il palazzo della Regione.

Sulla questione legata alla didattica era intervenuta anche la ministra Azzolina, che in questi giorni non ha fatto altro che ripetere che la scuola dovrebbe essere l’ultima cosa a chiudere. A questo proposito la replica di De Luca non si è fatta attendere: “parole di una banalità assoluta e di una irresponsabilità ancora più grave”.

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