RICHMOND (VA) – Percorrendo la Arthur Ashe Boulevard verso l’incrocio che conduce alla Grove Avenue troviamo alla nostra sinistra il Virginia Museum of Fine Arts, uno dei primi musei degli Stati Uniti d’America ad essere gestito con i fondi dello Stato. Superata la reception ci dirigiamo nella libreria del museo e troviamo Kristine, che dopo averci mostrato diversi testi sulle origini del museo ci racconta, tra l’entusiasmo e l’emozione, come il sito è arrivato ad espandersi, fino a vantare la più grande collezione della città: “Il museo originariamente era un rifugio per i soldati della guerra civile americana. Al piano terra avevamo una chiesa e all’esterno si trova un vasto terreno appartenente alla confederazione. Il Virginia Museum of Fine Arts è stato aperto nel 1936 utilizzando all’inizio una collezione privata. Nel tempo ci sono state diverse espansioni e sono state aggiunte altre collezioni che sono state poi suddivise in diverse aree”.
Iniziando la nostra visita al museo troviamo all’ingresso opere che rimandano all’arte tedesca e francese, con dipinti che spaziano tra il 1800 e il 1900. Tra questi spicca “The God of the Bay of Roses”, di Salvador Dalì, risalente al 1944. Con quest’opera, probabilmente una delle più ipnotiche di Dalì, l’artista omaggia la moglie russa, il cui ritratto appare su un piedistallo, circondato da un gruppo di festaioli. Un lavoro che suggerisce il portale di un altro mondo.
Salendo al secondo piano ci imbattiamo nelle opere risalenti alla metà del ventesimo secolo. Degas, Picasso, Russeau, Renoir e Van Gogh sono solo alcuni grandi nomi che rientrano nella vastissima collezione del museo. Abbiamo modo di ammirare dipinti che rimandano all’imperialismo, all’era coloniale e rivoluzionaria, fino ad arrivare al fascino dell’arte romana con una imponente scultura di Giulio Cesare Augusto e un grande spazio all’arte egiziana.
Tra i numerosi ampliamenti che sono stati effettuati all’interno del Virginia Museum of Fine Arts, Kristine ci mostra un virgolettato all’interno di un piano strategico del 1999 che sintetizza perfettamente ciò che offre oggi questo museo, tanto da farci pensare che le premesse di ventiquattro anni fa sono state ampiamente rispettate: “Proponiamo un’oasi di energie culturali e pubbliche. Un luogo in cui i virginiani si riuniscono per arricchirsi, espandere la loro immaginazione e avventurarsi attraverso il tempo e attraverso le culture del mondo. Dovrebbe servire anche alle persone per trascorrere del tempo con le loro famiglie, guardare, leggere, ascoltare, giocare o semplicemente rilassarsi”.
Di seguito il servizio dedicato al Virginia Museum of Fine Arts