New York Travel diary: Full immersion nella Big Apple (VIDEO)

0
1168
New York City - Ph. Stefano Scibilia

Day 1 – “New York, New York”

NEW YORK – Il Flixbus delle 12:05 che da Richmond ci avrebbe portato a New York nel giro di sei ore era già alla fermata di Downtown con mezz’ora di anticipo. Era possibile vederlo all’orizzonte mentre eravamo in dirittura di arrivo con valigie alla mano e tanta voglia di iniziare questo viaggio. L’autista scannerizza i nostri biglietti dall’app, ci aiuta a sistemare i bagagli, ci lascia prendere posto e noi tiriamo fuori gli auricolari iniziando ad ascoltare “New York, New York” di Frank Sinatra per poi spostarci su “Empire State of Mind” di Alicia Keys e Jay-Z. Siamo già nel mood newyorkese, le nostre playlist si spostano anche su altro ma dopo lunghi giri torniamo sempre lì, non facendoci mancare nemmeno le versioni live.

Dopo quattro ore facciamo il nostro ingresso nel New Jersey e il bus si ferma per fare una sosta. Occasione buona per bere una vasca di caffè americano che ci renderà ancora più euforici nelle ore successive. Il bus riparte e la stazione NY Midtown è sempre più vicina e si trova a soli 9 minuti a piedi da Time Square, dove abbiamo preso la casa.

Il bus inizia ad addentrarsi nella città e improvvisamente ci ritroviamo avvolti dai grattacieli e l’Empire State Building cattura immediatamente la nostra attenzione. La stazione del bus è praticamente attaccata al Madison Square Garden, dove c’è una fila immensa all’ingresso. Impieghiamo il doppio del tempo per raggiungere la casa per la quantità industriale di gente e subito ci rendiamo conto di essere arrivati nel centro del mondo.

Dopo aver posato le valigie ci dirigiamo subito a Time Square, dove ci imbattiamo in un gruppo di artisti di strada che ci regalano uno strepitoso spettacolo di breakdance. Qualche metro dopo gente vestita da topolino ci propone una foto e infine all’angolo della quarantesima strada un posto che vende un singolo pezzo di pizza a un dollaro cattura la nostra attenzione: Ne prendiamo cinque e dopo averli mangiati rientriamo a casa perché la giornata è stata intensa e l’indomani c’è da camminare parecchio.

Madison Square Garden – Ph. Stefano Scibilia
Time Square Ph. Stefano Scibilia

Day 2 – Fino in cima

Sono le 8 del mattino, il cielo è sereno ma le temperature sono basse e i raggi di sole non riescono ancora a penetrare i grattacieli e raggiungere le strade. Mentre siamo a Time Square capiamo subito che la soluzione per porre rimedio a quella sensazione di freddo era dritta davanti a noi, nell’unico punto dove il sole batte a quell’ora: Central Park. Dopo aver tenuto le mani rigorosamente in tasca con i pugni chiusi per non far passare un filo di aria fredda, il parco cittadino di New York si trasforma in un rifugio dall’umidità tagliente di inizio giornata. Lì il sole tocca per la prima volta le nostre teste e le mani possono finalmente prendere aria e scongelarsi.

Iniziamo a percorrere Central Park in lungo e in largo tra cani che inseguono scoiattoli, tartarughe e oche che nuotano insieme e angoli nascosti che ci regalano scorci inaspettati. Dopo una lunga passeggiata le temperature si alzano e decidiamo di ritornare tra i grattacieli per andare sulla 5th Avenue e girare il centro di Manhattan, passando per la cattedrale di San Patrizio e il Rockefeller Center.

Successivamente ci dirigiamo a Bryan Park per fare una pausa, sappiamo che alle 18:30 abbiamo la visita prenotata al The Edge, uno dei grattacieli più famosi da dove si può vedere tutta la city dall’alto. Raggiunta la cima dell’edificio si ha una sensazione di onnipotenza ma allo stesso tempo, guardando tutta New York, ci si sente piccoli. Rimaniamo lì fino a quando l’ultimo scorcio di sole non tramonta e l’Empire State Building non si illumina di blu. A quel punto torniamo a casa stanchi e felici con in testa l’itinerario del giorno seguente.

The Edge – Ph. Stefano Scibilia
The Edge – Ph. Stefano Scibilia

Day 3 – Come nei film

La prima tappa del nostro terzo giorno nella grande Mela è la statua della libertà e per arrivare all’imbarco della nave da crociera che ci porterà lì prendiamo la metro da Time Square. Giunti sul posto partiamo e ci godiamo New York direttamente dal fiume Hudson, fino a quando la nave non arriva proprio a ridosso della statua. La guida turistica ci spiega che all’inizio non era verde come appare adesso e che questo è un effetto dovuto alla salsedine, che già all’inizio del 1900 aveva completamente ricoperto il monumento.

Dopo la statua la nave ci fa passare sotto il ponte di Brooklyn e noi siamo già consapevoli che lo attraverseremo anche a piedi. Una volta terminato l’iconico giro ci dirigiamo proprio lì, sapendo che attraversando il ponte saremmo arrivati a Brooklyn nel quartiere Dumbo, dove si trova la Manhattan Bridge View, la famosa strada che tutti abbiamo visto nel grande e piccolo schermo almeno una volta nella vita. Numerose sono le scene di film girate proprio in quel punto, tra cui “C’era una volta in America”.

Dopo video e foto di rito decidiamo di proseguire verso il World Trade Center, dove prima si trovavano le torri gemelle e ora, dopo l’attentato dell’11 settembre 2001, al loro posto ci sono due enormi vasche d’acqua dove sono raffigurati tutti i nomi di coloro che hanno tragicamente perso la vita in quella che è a tutti gli effetti riconosciuta come la più grande tragedia della storia recente. Rimaniamo qualche minuto seduti in silenzio ad ascoltare il rumore dell’acqua che scorre in quelle vasche, pensando a dove eravamo e cosa stavamo facendo quel giorno nel preciso istante in cui tutti i programmi tv sono stati interrotti per dare quella terribile notizia. La nostra terza giornata a New York termina con questa riflessione e con la consapevolezza di aver visto i luoghi principali. L’indomani non ci resta che concentrarci sugli ultimi punti del nostro itinerario.

World Trade Center Ph. Stefano Scibilia
Ponte di Brooklyn Ph. Stefano Scibilia

Day 4 – “Tutto fa Broadway”

La borsa di New York e la statua del toro di Wall Street, che si trova nella stessa zona, sono i primi due obiettivi della giornata. Sappiamo che dal punto di vista meteorologico è il giorno più avverso, ma le previsioni si rivelano meno tragiche del previsto. Questo mi permetterà di fare quello che fanno tutti i turisti: Palpare a due mani i testicoli del toro con l’augurio e la scaramanzia di centrare dei futuri obiettivi personali. Ci dirigiamo poi di fronte alla borsa di New York prima andare al quartiere di Chinatown e poi in quello di Little Italy, dove ci fermiamo per una pausa pranzo.

Nel pomeriggio il meteo ci stupisce ancora di più e da nuvoloso diventa soleggiato, perfetto per la nostra prossima meta, The High Line: Un percorso sopraelevato su una passerella in legno circondata da diverse specie di piante, dove ci fermeremo per qualche minuto.

Terminato quel percorso è il momento della ciliegina sulla torta: Broadway. Abbiamo prenotato i biglietti per il musical “New York, New York” e sembrerà banale dire che è stato uno spettacolo eccezionale, ma non lo è per tanti motivi: La capacità degli attori di cantare e ballare con una gestione incredibile del fiato, le coreografie del teatro nel simulare la pioggia, la neve e le ambientazioni del musical in grado di farci letteralmente immergere in ogni scena. Complice del nostro entusiasmo l’emozione di aver assistito ad un qualcosa che fino a pochi giorni prima sembrava irraggiungibile.

Toro di Wall Street Ph. Stefano Scibilia
Broadway – Ph. Stefano Scibilia

Day 5 – Rientro a Richmond

Siamo sul bus per rientrare a Richmond ed è tempo di conclusioni. A caldo possiamo dire che a differenza di ciò che viene consigliato in molti itinerari, girare le principali attrazioni di New York in tre giorni è possibile (noi avevamo cinque giorni ma due sono stati di viaggio). Basta studiare bene la mappa della città e scegliere strategicamente le cose da fare basandosi sulle distanze.

In questo arco di tempo siamo riusciti a visitare dei luoghi in più rispetto al programma iniziale e questo ci ha permesso di avere una visione ancora più ampia della città che non dorme mai. Infine se qualcuno dovesse dirvi che New York è un luogo da vedere almeno una volta nella vita, sappiate che ha ragione.

Di seguito il video dedicato a New York

Articolo precedenteMarketing it’s not advertising. Marketing it’s other
Prossimo articoloAGC Biologics sigla un accordo sugli esosomi con l’Università di Jikei in Giappone relativo al progetto IPF (fibrosi polmonare idiopatica)

Lascia un commento

Please enter your comment!
Please enter your name here