Slovacchia, Serbia e Kosovo possono nelle prossime ore rappresentare una svolta all’interno dell’Unione Europea e nell’area balcanica

Si profila per l'Europa un autunno caldo, caldissimo.

by Riccardo Cacelli
Londra – Nelle prossime settimane si assistera’ al futuro dei rapporti all’interno dell’Unione Europea e, mi auguro di no, vedremo nelle prossime ore un nuovo “conflitto” nell’area balcanica.

Iniziamo a parlare del primo evento.
Il prossimo 30 settembre si terranno in un Paese dell’Unione Europea le elezioni politiche. Il risultato che uscira’ dalle urne sara’ molto importante per lo scenario geo politico europeo.
Questo Paese e’ la Slovacchia.
5,5 milioni di abitanti, una superficie di 49.000 km2, e confina anche con l’Ucraina. I sondaggi danno per vincitore Robert Fico, fondatore e leader del partito Smer ed ex membro del Partito Comunista Cecoslovacco e successivamente del Partito Comunista Slovacco, e’ ideologicamente vicino alle posizioni russe.
E’ stato inoltre il Primo Ministro della Slovacchia dal 2006 al 2010 e dal 2012 al 2018.

La composizione del nuovo parlamento slovacco sara’ quindi essenziale per delineare un segnale ben preciso verso l’Unione Europea.

L’altra area di particolare interesse, ma che viene poco rappresentata e discussa nell’agenda politica italiane vede protagonisti la Serbia ed il Kosovo.

Il presidente serbo, Aleksandar Vučić, nel suo intervento ha detto che “La Serbia chiede una risposta chiara alla domanda: dov’è la differenza tra la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina e la sovranità e l’integrità territoriale della Serbia, che sono state grossolanemente violate“.

Dopo aver dichiarato l’amicizia della Serbia con la Russia ha poi aggiunto: “Nessuno mi ha dato mai una risposta razionale a tale domanda”, ha aggiunto. La Serbia ha affermato il presidente, appoggia l’integrità territoriale di tutti i Paesi membri dell’Onu, compresa l’Ucraina, ma nonostante il fatto che non avesse mai violato il territorio di altri Paesi, la Nato nel 1999 attaccò la Serbia, uno stato sovrano, e in più senza mandato del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. E successivamente, numerosi Paesi occidentali riconobbero l’indipendenza del Kosovo. Dai rappresentanti di molti Paesi abbiamo ascoltato qui discorsi sull’aggressione e sulla violazione dell’integrità territoriale dell’Ucraina, molti sostengono che si tratta del primo conflitto armato sul suolo europeo dalla seconda guerra mondiale. Ma la verità è che è stata la Serbia il primo Paese in Europa a subire la violazione della propria integrità territoriale

Condanno fermamente e respingo completamente, come falsità e tentativo di distorcere la storia, le dichiarazioni fatte dal presidente della Serbia sulla Repubblica del Kosovo nel suo discorso di oggi davanti all’Assemblea del Kosovo“, ha risposto la ministra degli esteri Donika Gervalla.


Ricordiamo che il Kosovo ha dichiarato l’indipendenza dalla Serbia nel 2008, e la maggior parte degli stati membri delle Nazioni Unite, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania e Turchia, lo hanno riconosciuto come paese autonomo.

La Serbia, tuttavia, considera ancora il Kosovo parte del suo territorio.

Chiediamo alla comunità internazionale, soprattutto all’Unione europea e agli Stati Uniti, di condannare il linguaggio usato dal presidente della Serbia all’ONU e di ricordargli gli obblighi assunti con l’accordo espresso a Bruxelles e a Ohrid,” ha aggiunto la ministra Gervalla.

Venti di guerra?
Sicuramente anche alla luce degli ultimissimi avvenimenti.

E’ di queste ore l’accusa del Kosovo verso la Serbia per essere dietro un gruppo paramilitare che domenica ha teso un’imboscata ad una pattuglia di polizia e si è scontrato con le forze kosovare. Le autorità di Pristina hanno mostrato una serie di armi moderne che secondo loro il gruppo stava utilizzando, tra cui due auto blindate di fabbricazione serba e un lanciagranate, insieme a un documento che presumibilmente mostrava che il lanciagranate, prodotto dalla compagnia di armi Zastava, era stato fornito dal esercito serbo.

Si profila un autunno caldo, caldissimo.

Riccardo Cacelli
r.cacelli@cacelli.com

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