RICHMOND (VA) – Il Super Tuesday dello scorso 17 marzo ha decretato una vittoria schiacciante da parte del presidente Joe Biden e del repubblicano Donald Trump nei loro rispettivi partiti. Quel giorno si votava anche in Virginia ed entrambi i candidati hanno stracciato la concorrenza tra le fila democratiche e repubblicane, tanto da avere ormai raggiunto la soglia di delegati sufficiente per ottenere la nomination a Usa 2024.
Nel corso degli ultimi anni la Virginia da Stato in bilico si è trasformato progressivamente in democratico e quello di Usa 2024 non sarà l’unico appuntamento alle urne per i cittadini, che, sempre nel mese di novembre, sono chiamati a votare anche per la scadenza del mandato del senatore democratico Tim Kaine, con i sondaggi che attualmente indicano una potenziale riconferma.
Per quanto riguarda la storica rivincita del 2020 tra il presidente Joe Biden e il repubblicano Donald Trump, in Virginia, così come negli altri Stati, vigono ancora degli aspetti che possono andare ad incidere, in positivo o in negativo, per il voto del prossimo 5 novembre. Siamo andati a chiedere ad alcuni cittadini di Richmond cosa pensano in vista delle elezioni. Uno degli aspetti che continua a far discutere è sicuramente quello dell’età dei due candidati (81 anni Biden e 77 anni Trump), ma secondo qualcuno l’età è solo di un numero: “Lo so che Biden ha 81 anni, ma se ancora ce la fa il lavoro è suo”, ha affermato Elmars ai nostri microfoni.
Altri invece spostano l’attenzione sull’immigrazione, un tema che Trump ha trattato con toni parecchio drastici negli ultimi giorni: “È come se avessimo due persone più anziane che cercano di competere con sé stesse – ha affermato Edwin, studente che dal Panama si è da poco trasferito a Richmond per fare un dottorato alla Virginia Commonwealth University -. Strumentalizzano i migranti e li dimenticano su una barca”.
Anche la politica estera è un tema che inevitabilmente attira l’attenzione dei potenziali elettori, per esempio Jack afferma che “il vero problema non è l’età dei due candidati ma la loro politica, in particolare su Gaza e Israele”. La linea della Casa Bianca sulla guerra in Medio Oriente è costata parecchi voti a Joe Biden durante la fase delle primarie, in particolare in Michigan, dove una vasta comunità di arabo-americani democratici ha scelto di votare “uncommitted”. Una tendenza che si è diffusa anche in altri Stati e che potrebbe creare problemi all’attuale presidente in vista di novembre.
Che Biden abbia perso dei consensi rispetto al passato è un dato appurato, tanto che secondo Esteban questo può diventare un fattore in grado di fare la differenza a novembre: “Io credo che Trump vincerà perché Biden ultimamente ha perso molto supporto”. Alcuni credono invece che tra le fila repubblicane c’erano alternative migliori al magnate. È il caso di Josh, che ha anche rimarcato il fattore età: “Penso che abbiamo sicuramente bisogno di candidati meno anziani. Tra i repubblicani c’era Nikki Haley, decisamente più giovane di Donald Trump”.
John invece non immaginava che gli Stati Uniti si sarebbero ridotti in questo modo: “Quando ero giovane la rivista Newsweek rideva dell’ufficio politico sovietico perché avevano tutti tra i 60 e i 70 anni. Li abbiamo derisi per finire come loro. I nostri leader sono estremamente vecchi, non so perché, ma non è buono”.
Interessante notare che non sono pochi i giovani che in questo momento non hanno una reale chiarezza sul voto. È il caso Elisabeth, che pur ammettendo di non avere riferimenti ha affermato in modo istintivo che voterebbe per Trump. Del resto anche il “fattore imprevedibilità” può giocare un ruolo non indifferente a Usa 2024.
Una delle poche certezze secondo David è che gli Stati Uniti hanno bisogno di intraprendere una nuova strada, anche se quest’ultimo ammette di non essere esattamente entusiasta delle opzioni in campo: “Penso che abbiamo bisogno di cambiare rispetto agli ultimi quattro anni, ma non so se l’ex presidente Trump sia il cambiamento giusto”.