RICHMOND (VA) – La corte d’appello di New York ha respinto nella giornata di ieri la richiesta di rinvio dei legali dell’ex presidente Donald Trump per quanto riguarda l’eventuale slittamento del processo a suo carico, che dunque avrà ufficialmente luogo il 15 aprile.
L’accusa ai danni del tycoon è quella di aver pagato illegalmente la pornostar Stormy Daniels e l’ex coniglietta di Playboy Karen McDougal perché non rivelassero durante la sua precedente campagna elettorale le relazioni che aveva avuto con loro.
Quella del prossimo 15 aprile è destinata ad essere una data storica per l’America, poiché è la prima volta che un ex presidente degli Stati Uniti compare in un’aula di giustizia come imputato in un processo penale. Nello stesso contesto Juan Merchan, giudice di New York designato per il processo, aveva imposto a Trump il divieto di attaccare o utilizzare termini impropri nei confronti di inquirenti, giurati e testimoni del procedimento, ma i legali del tycoon hanno presentato ricorso richiamando la libertà di espressione presente nel primo emendamento della Costituzione americana.
La campagna elettorale di Trump si suddivide dunque tra processi da affrontare e post sul suo social Truth destinati a far discutere. Uno di questi è un video in cui ha parlato dell’aborto, un tema su cui, secondo il magnate, la decisione sul tipo di legge da utilizzare spetta ai singoli Stati.
Quella dell’ex presidente però è una presa di posizione contraddittoria rispetto ai segnali lanciati a riguardo nei mesi precedenti. Probabilmente Trump teme in chiave elezioni di mettersi contro le donne o quella parte dell’America cristiano-fondamentalista.