Usa 2024, prosegue il processo Trump: la campagna elettorale viaggia in un terreno mai esplorato

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RICHMOND (VA) – Juan M. Merchan, giudice del processo di New York contro L’ex presidente Donald Trump è stato abbastanza chiaro. “Il suo cliente è un imputato a un processo penale, deve essere presente in aula”. Queste le sue parole nei confronti di uno dei difensori del magnate. Per la prima volta nella storia degli Stati Uniti un ex presidente è comparso in un aula di tribunale come imputato in un processo civile.

Il processo potrebbe durare dalle 6 alle 8 settimane e Trump sarà dunque costretto ad apparire tutti i giorni in aula nelle udienze che si terranno quattro giorni alla settimana nell’aula del tribunale di New York. L’accusa mossa a carico di Trump è quella di aver pagato in nero, durante la campagna elettorale di Usa 2016, la pornostar Stormy Daniels, all’anagrafe Stephany Clifford, per comprare il suo silenzio su una relazione avuta in passato.

I fatti risalgono al 2006, un periodo in cui il magnate era già sposato con Melania, che era anche in dolce attesa. Trump si è dichiarato non colpevole in tutti i 34 capi d’accusa a suo carico durante questo processo. La campagna elettorale di Trump cambia dunque location da qui a giugno. Tutta la sua squadra si è spostata insieme a lui a New York, mentre le elezioni entrano in un campo mai esplorato nella storia con la candidatura di un candidato/imputato.

Entrando ieri in aula Trump ha definito questo processo come “un attacco all’America”. Il giudizio di questo processo avrà inevitabilmente un impatto sulle elezioni di Trump, che rischia una pena fino a quattro anni di carcere. L’ex presidente in seguito dovrà rispondere ad altri tre processi a suo carico: a Washington, per aver provocato l’attacco a Capitol Hill il 6 gennaio 2021, in Georgia per avere tentato di rovesciare l’esito del voto di Usa 2020 e in Florida per avere portato via dalla Casa Bianca centinaia di documenti riservati ed essersi rifiutato di restituirli, negando di averli.

L’unico processo che però sembra destinato a chiudersi prima dell’Election Day del 5 novembre sembrerebbe essere proprio quello di New York, in un contesto in cui il giudice ha ribadito che in caso di assenza in aula, Trump potrebbe essere ricercato dalla autorità. Andando ad analizzare quanto accaduto in questa prima fase del processo, il magnate è accusato di aver falsificato documenti aziendali per celare un pagamento di 130mila dollari eseguito nel 2016 all’attrice e regista hard Stormy Daniels perché non rivelasse una loro relazione del 2006. Secondo il pm Alvin Braggs, l’ex faccendiere di Trump, Michael Cohen, uno dei testimoni chiave, staccò materialmente gli assegni e venne poi rimborsato dalla società di Trump che fece passare quelle somme come “spese legali”.

La procura di Manhattan attribuisce inoltre a Donald Trump altre due mazzette in cambio di silenzi su vicende che lo riguardano. La prima è di 30mila dollari a un portiere della Trump Tower, per un presunto figlio illegittimo, la seconda di 150mila dollari a una ex coniglietta di Playboy Karen McDougall, con la quale ci sarebbe stata una storia, sempre nel 2006.

Per l’accusa, dunque, il magnate, all’epoca candidato, aveva messo in piedi uno schema più ampio per tutelarsi dagli scandali durante la corsa che l’ha portato a diventare il 45esimo presidente degli Stati Uniti. La difesa per salvaguardare il tycoon sta puntando tutto sulla falsa credibilità dei personaggi che fanno parte dell’accusa. Secondo gli avvocati la pornostar Stormy Daniels avrebbe tratto vantaggi pubblicitari dalla vicenda, su cui è anche uscito un docufilm, mentre Cohen, ex avvocato di Trump, è stato già condannato e radiato dall’albo.

Intanto Trump continua ad attaccare i personaggi coinvolti nel processo nonostante i precedenti ordini del giudice di New York, pubblicando post contro la pornostar Daniels e l’avvocato Cohen, accusati di essere “bugiardi”, “opportunisti” e “sacchi della spazzatura”.

La prima giornata del processo è stata dedicata ai preliminari e alla selezione della giuria, me si è conclusa senza che sia stato scelto un solo giurato, fra le decine di esaminati: oggi si prosegue sulla stessa linea e secondo gli ultimi aggiornamenti la metà dei 96 candidati giurati pre-selezionati ed esaminati sono stati esclusi per avere detto di non potere essere imparziali nel giudizio. Visti i tempi risulta prevedibile che tutta la prima settimana sarà assorbita dalla selezione dei 12 membri della giuria popolare e delle loro riserve.

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