Il giudice Juan Merchan ha condannato l’ex presidente Donald Trump a pagare 9000 dollari d’ammenda per aver violato almeno nove volte l’ordine di non offendere o minacciare i magistrati, gli inquirenti, i giurati e i testimoni del processo che si sta svolgendo a New York. Sono queste le ultime novità emerse dalla sentenza di ieri.
Nel processo in corso a New York il tycoon è accusato di aver pagato in nero la pornostar Stormy Daniels con la cifra di 130mila dollari per comprare il suo silenzio su una relazione sessuale risalente al 2006. Il giudice dopo aver preso dei provvedimenti in merito agli attacchi di Trump, sia sui social che in pubblico, ha ribadito che se certi episodi dovessero ripetersi ancora il magnate rischierebbe anche il carcere
La condanna per oltraggio alla corte arriva dunque nella terza settimana del processo ai danni dell’ex presidente. Non ci sarà inoltre nessuna udienza il 17 maggio, poiché quel al magnate è stata concessa la facoltà di partecipare alla cerimonia di consegna del diploma del figlio Baron, nato nello stesso anno in cui Trump avrebbe, secondo l’accusa, avuto la relazione con la pornostar Stormy Daniels, ovvero il 2006.
Dopo la condanna per oltraggio alla Corte, Trump ha cancellato dal suo Truth, tutti i post che violavano l’ordine del giudice, anche se ha ribadito la sua disapprovazione, parlando ancora una volta di mancanza di libertà di espressione: “Il giudice mi nega il diritto costituzionale alla libertà di espressione. Questo processo è truccato e, togliendomi la libertà di parola, questo controverso giudice sta truccando le elezioni del 2024. È una interferenza sulle elezioni”.
Al termine dell’udienza Trump, oltre ad aver parlato della condanna per oltraggio alla corte, ha ribadito il suo rammarico per una campagna elettorale influenzata dal processo in corso: “Dovrei essere in Georgia, dovrei essere in North Carolina a fare campagna elettorale, invece sono qui per niente, non c’è reato”.
Durante l’ultima sentenza è stato chiesto al bancario Gary Farro di fornire maggiori dettagli sull’operazione in cui l’allora avvocato di Trump, Michael Cohen, chiese l’apertura di un conto per pagare 130mila dollari alla pornostar Stormy Daniels: “Se il cliente mi avesse detto che si trattava di una società di comodo, non avrei mai autorizzato l’apertura del conto”, ha affermato Farro.
Ieri inoltre è stato sentito anche l’avvocato di Stormy Daniels e della coniglietta di Playboy KarenMcDougal, il cui silenzio su una ulteriore storia sessuale con Trump venne comprato dalla rivista National Enquirer, che la pagò per un’intervista in esclusiva mai pubblicata. Il legale ha affermato che la coniglietta di Playboy gli aveva raccontato di aver avuto “una relazione romantica” con il magnate, confermando in un secondo momento la testimonianza dell’editore David Pecker che il National Enquirer pagò per insabbiare i fatti.