Rimandare tutti i processi e fare in modo che non ci siano sentenze prima del voto di novembre. È questa la strategia messa in atto da mesi da parte dei legali dell’ex presidente Donald Trump. Un piano che fino ad adesso sta avendo successo nei processi in cui il tycoon risulta accusato di reati commessi nel momento in cui ricopriva la carica di Presidente degli Stati Uniti.
Per questo tipo di accuse il magnate ha fatto richiesta di immunità alla Corte Suprema, che esprimerà un giudizio tra la fine di giugno e i primi di luglio. In questo discorso non rientra però il processo in corso a New York poiché riguarda una accusa risalente a quando Trump non ricopriva ancora la carica di presidente. In questa circostanza il magnate è a giudizio per aver pagato in nero la pornostar Stormy Daniels con 130mila dollari per comprare il suo silenzio su una relazione avuta in passato.
In questo frangente l’accusa deve dimostrare il tentativo di Trump di alterare le elezioni del 2016, che lo portarono a diventare il 45esimo Presidente degli Stati Uniti.
Nell’ultima sentenza è stata ascoltata la tanto attesa testimonianza di Stormy Daniels, che ha raccontato dei particolari “piccanti” dei momenti intimi trascorsi insieme al magnate. Il processo prosegue dunque con una nuova interrogazione alla pornostar, che secondo i legali di Trump non risulta credibile poiché su questa storia la donna “avrebbe costruito la sua popolarità”.
Intanto dalle primarie in Indiana arrivano brutte notizie per Trump, che tra i repubblicani ha ottenuto solamente il 78%. un elettore su cinque ha preferito votare per Nikki Haley, nonostante la governatrice del South Carolina si sia ritirata da circa due mesi. Per il magnate di fatto non cambia nulla, poiché ha ormai la certezza matematica di essere “il prescelto” tra i repubblicani per la corsa alla Casa Bianca, ma risulta chiaro che la fetta di elettori che ha votato per Nikki Haley potrebbe rappresentare una minaccia in vista del confronto diretto con l’attuale presidente Joe Biden a novembre.
Sempre in Indiana, tra i democratici, Joe Biden ha vinto a mani basse e senza alcun ostacolo. I due candidati per la corsa alla Casa Bianca continuano a mandarsi frecciate a distanza. In un’intervista rilasciata alla Cnn l’attuale presidente, oltre a prevedere che Trump non accetterà una eventuale sconfitta, così come accaduto nel 2020, ha anche affermato che “l’80% dei leader mondiali da lui incontrati vuole la sua vittoria, perché sentono in gioco anche la loro democrazia”.
Secondo Biden, le affermazioni di Trump dimostrano che intende piegare la presidenza ai propri fini nel caso in cui dovesse riconquistare la Casa Bianca.
Nella stessa intervista, Biden ha anche dato rilevanza all’intenzione di sospendere la fornitura a Israele di armi offensive nel caso in cui dovesse arrivare una invasione a Rafah. In riferimento a quest’ultima affermazione, Trump ha risposto così al rivale democratico sul suo social Truth: “Biden è debole, corrotto e sta guidando il mondo direttamente verso la terza guerra mondiale – ha affermato il magnate -. Il disonesto Joe Biden, che lo sappia o meno, ha appena dichiarato che non fornirà armi a Israele mentre combatte per sradicare i terroristi di Hamas da Gaza”.
“Hamas ha ucciso migliaia di civili innocenti, compresi bambini, e tiene ancora in ostaggio degli americani, se gli ostaggi sono ancora vivi – continua Trump -. Eppure, Il disonesto Joe si schiera dalla parte dei terroristi, così come si è schierato dalla parte dei Radical Mobs che si stanno impadronendo dei nostri campus universitari. Ricordate: questa guerra in Israele, proprio come quella in Ucraina, non sarebbe mai iniziata se io fossi stato alla Casa Bianca. Ma molto presto torneremo a chiedere la pace attraverso la forza”.