RICHMOND (VA) – Per il candidato repubblicano Donald Trump è un periodo totalmente favorevole. La supremazia nel dibattito con il presidente Joe Biden e le ultime decisioni della Corte Suprema in merito alla concessione dell’immunità parziale, mettono il magnate in una totale situazione di vantaggio rispetto al rivale democratico. Sembra che per adesso tutto giochi a favore del tycoon, lo sanno bene i democratici che, al contrario, stanno vivendo un periodo di crisi totale.
Secondo quanto riportato dalla Cnn “la corsa alla Casa Bianca del presidente Biden sta andando fuori controllo e ogni giorno le cose peggiorano”. Il New York Times cita invece gli episodi imbarazzanti legati al presidente, lasciando spazio anche ai momenti di smarrimento sempre più frequenti. Il giornale ha anche raccolto delle testimonianze di persone che hanno incontrato Biden a porte chiuse e che hanno raccontato di averlo visto perdere spesso il filo dei suoi ragionamenti.
Dopo il dibattito televisivo fallimentare, anche il Congresso ha fatto le sue considerazioni. Tra queste spicca quella del deputato democratico del Texas Lloyd Dogget che è stato il primo esponente a chiedere a Biden di fare un passo indietro nella corsa alla Casa Bianca: “Il presidente deve prendere la decisione dolorosa e difficile di ritirarsi”.
Anche il deputato dell’Illinois Mike Quigley ha invitato il presidente a riflettere sul rischio che una sua eventuale sconfitta alle elezioni presidenziali di novembre sia in grado di far perdere ai democratici anche il Congresso: “Dobbiamo essere onesti con noi stessi e ammettere che la performance nel dibattito non è stata solo una brutta sera”.
Intanto per Trump ci sono altre buone notizie per quanto riguarda la condanna nel processo penale di New York, dove lo scorso 30 maggio il magnate è stato riconosciuto colpevole dai 12 giurati per aver falsificato dei documenti al fine di comprare il silenzio della pornostar Stormy Daniels su una relazione sessuale avuta nel 2006.
Il giudice del processo di New York Juan Merchan ha deciso di rinviare la sentenza, prevista in un primo momento l’11 luglio, al prossimo 18 settembre. Sebbene i fatti del processo di New York sono legati ad un periodo in cui Trump non era ancora presidente (e quindi non soggetti a immunità) risulta altrettanto vero che l’inchiesta era basata anche su elementi relativi a quando Trump ricopriva già la carica di presidente. Per questo motivo la nuova sentenza della Corte Suprema potrebbe portare ad una possibile immunità anche per il tanto dibattuto processo di New York, passato alla storia per la prima condanna penale di un ex presidente.
Dopo la sentenza della Corte Suprema, che ha concesso a Trump l’immunità parziale, il giudice Merchan ha chiesto ulteriore tempo per valutare questa nuova situazione prima di pronunciarsi sull’eventuale tipo di condanna da infliggere al tycoon.