Usa 2024, Trump nomina J.D. Vance come candidato alla vicepresidenza: proseguono le indagini sull’attentato

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Donald Trump alla convention repubblicana di Milwaukee dopo l'attentato di sabato in Pennsylvania
Donald Trump alla convention repubblicana di Milwaukee dopo l'attentato di sabato in Pennsylvania

RICHMOND (VA) – La convention repubblicana di Milwaukee, Wisconsin, si è aperta ieri con un ingresso tra gli applausi per Donald Trump, accolto dai presenti al grido di “Usa Usa!”. Il magnate si è presentato con l’orecchio destro bendato in seguito all’attentato di sabato durante un comizio a Butler, in Pennsylvania, mimando nuovamente il gesto del pugno levato, diventato ormai un’immagine iconica.

Qualche ora prima della sua apparizione il tycoon aveva reso noto il nome del suo vice in caso di rielezione alla Casa Bianca. Si tratta di J.D. Vance, senatore dell’Ohio. Trump lo ha definito come un suo erede politico e in caso di vittoria alle elezioni diventerebbe uno dei più giovani vicepresidenti della storia americana. Intanto dopo l’attentato di sabato la convention repubblicana si sta svolgendo con misure di sicurezza ulteriormente rafforzate.

Dal momento in cui si è verificato l’attentato i toni della campagna si sono letteralmente abbassati. Trump ha definito come “molto gentile” la telefonata che gli è stata fatta da Biden per accertarsi delle sue condizioni. Ovviamente resta da vedere quanto durerà questa calma apparente. Nella giornata di oggi il presidente Biden riprende la sua campagna elettorale con un comizio a Las Vegas, mentre in parallelo a Milwaukee prosegue la convention repubblicana, con l’intervento di Trump che è previsto nella giornata di giovedì 18 luglio.

Intanto nella giornata di ieri, Aileen Cannon, giudice della Florida nominata da Trump, ha azzerato il procedimento giudiziario legato ai documenti riservati sottratti dal magnate alla Casa Bianca e custoditi nella dimora di Mar-a-lago. Cannon ha giudicato “incostituzionale” la nomina di un procuratore speciale per condurre l’indagine, dando un’interpretazione estensiva della sentenza della Corte Suprema sull’immunità presidenziale. La procura ha già annunciato ricorso contro la decisione (e anche in questo caso i tempi si allungano ulteriormente).

Proseguono invece le indagini per risalire al movente che avrebbe condotto Thomas Matthew Crooks, 20 anni, a sparare contro l’ex presidente Trump con il fucile semiautomatico AR-15. Sotto esame anche il comportamento del Secret Service, anche se, a quanto pare, la zona in cui era posizionato Crooks, essendo all’esterno rispetto all’area del comizio, sarebbe dovuta rientrare nella giurisdizione della polizia locale. Ciò che risulta certo in questo momento è che qualcosa non ha funzionato e soprattutto che in previsione di un discorso di un ex presidente degli Stati Uniti un evento del genere poteva sicuramente essere evitato con misure più stringenti.

Ulteriore elemento di indagine è legato all’apparato di sicurezza e ai ritardi nel reagire alla segnalazione del Secret Service che aveva notato la presenza di una persona armata su un tetto non lontano dal palco dove Trump stava parlando. Dal momento della segnalazione al primo sparo sarebbero passati 86 secondi. Intanto trova conferma l’ipotesi che Crooks abbia utilizzato un fucile acquistato 11 anni prima dal padre e inoltre si apprende che nella giornata del comizio l’attentatore aveva acquistato in mattinata 50 caricatori in un’armeria locale per poi entrare in azione mentre Trump stava mostrando un grafico al pubblico. Sulle motivazioni che hanno condotto a tale gesto non ci sono ancora risposte chiare.

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