RICHMOND (VA) – Nella giornata di ieri il premier israeliano Benjamin Netanyahu, dopo il controverso discorso al Congresso di Washington, ha incontrato l’ex presidente Donald Trump nella sua residenza a Mar-a-Lago in Florida, esprimendo un moderato ottimismo sui progressi per un accordo sul cessate il fuoco nella guerra in Medio Oriente.
Il primo ministro israeliano a margine dell’incontro ha dichiarato ai giornalisti di voler vedere il successo dei colloqui mediati dagli Stati Uniti per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Tuttavia in patria Netanyahu risulta accusato di opporsi a un accordo per porre fine ad una guerra che va avanti ormai da 9 mesi per scongiurare il potenziale crollo del suo governo di estrema destra.
Come presidente, Trump è andato ben oltre i suoi predecessori nell’adempiere ai principali desideri di Netanyahu dagli Stati Uniti. Tuttavia, le relazioni tra i due si erano inasprite nel momento in cui Netanyahu fu uno dei primi leader mondiali a congratularsi con Joe Biden per la sua vittoria alle elezioni presidenziali del 2020, anche se Trump su questo punto continua a negare.
Ora i due uomini hanno un forte interesse a ripristinare la loro relazione, sia per il sostegno politico di una loro alleanza, sia per il prestigio che essa conferisce a ciascuno di loro presso i rispettivi sostenitori conservatori. L’obiettivo dell’incontro di ieri tra Netanyahu e Trump era quello di dare l’idea e l’immagine di due leader forti che hanno realizzato grandi cose sulla scena mondiale e che possono farlo di nuovo.
Il viaggio di Netanyahu in Florida è avvenuto in seguito ad un acceso discorso pronunciato mercoledì a una riunione congiunta del Congresso di Washington, che ha portato a numerosi disordini dei manifestanti pro-Palestina nella capitale degli Stati Uniti tra scontri con la polizia, arresti, fumogeni e manichini di Netanyahu dati alle fiamme. Nella giornata di giovedì il premier israeliano ha incontrato il presidente Joe Biden e la sua vice, neo candidata alle prossime elezioni, Kamala Harris. Nel corso dell’incontro entrambi hanno fatto pressione sul leader israeliano affinché si adoperasse rapidamente per concludere un accordo per ottenere un cessate il fuoco e liberare gli ostaggi detenuti da Hamas.
I membri della campagna elettorale di Trump hanno dichiarato che, durante l’incontro di venerdì, il magnate si è impegnato a “fare ogni sforzo per portare la pace in Medio Oriente” e a combattere l’antisemitismo nei campus universitari in caso di vittoria alle elezioni presidenziali di novembre. Netanyahu ha consegnato al magnate una foto incorniciata che, secondo il leader israeliano, mostrava un bambino tenuto in ostaggio dai militanti guidati da Hamas fin dalle prime ore della guerra. “Ce ne occuperemo noi”, ha affermato Trump.
In un discorso tenuto venerdì sera davanti a un gruppo di giovani conservatori cristiani, Trump ha detto di aver anche chiesto a Netanyahu durante il loro incontro come “una persona ebrea, o una persona che ama Israele” possa votare per i democratici. Ha anche attaccato Harris per essersi persa il discorso di Netanyahu e ha affermato che a lei “non piacciono gli ebrei” e “non piace Israele”. Per Trump, l’incontro è stata l’occasione per presentarsi come alleato e statista, nonché per intensificare gli sforzi dei repubblicani nel presentarsi come il partito più fedele a Israele.
Per Netanyahu, ristabilire i rapporti con Trump è fondamentale, date le concrete possibilità che il tycoon possa tornare a ricoprire la carica di presidente degli Stati Uniti, che come Paese rappresenta il principale fornitore di armi e protettore di Israele. Prima del bilaterale di ieri in Florida, Netanyahu e Trump si erano incontrati l’ultima volta nel settembre 2020, in occasione della cerimonia di firma alla Casa Bianca per il raggiungimento diplomatico di un accordo mediato dall’amministrazione Trump, in cui gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrein hanno accettato di stabilire normali relazioni diplomatiche con Israele.
Per Israele, si è trattato del primo riconoscimento formale da parte dei due Paesi. È stato un passo importante in quello che Israele sperava sarebbe stato un allentamento delle tensioni in Medio Oriente e un ampliamento dei legami economici con i suoi vicini arabi. In diversi post e dichiarazioni pubbliche rilasciate dopo la rottura con Netanyahu, Trump aveva dichiarato che, nonostante il sostegno della sua amministrazione a Israele, era stato “ripagato da Netanyahu con la slealtà”.
Da parte del magnate inoltre non mancano nemmeno critiche più recenti in merito alla mancata preparazione di Netanyahu agli attacchi di Hamas del 7 ottobre che hanno dato inizio alla guerra a Gaza. Nel suo discorso di mercoledì al Congresso e in occasione del vertice di ieri a Mar-a-Lago, Netanyahu ha elogiato Trump, definendo storici gli accordi regionali che ha contribuito a mediare e ringraziandolo “per tutte le cose che ha fatto per Israele”.