Usa 2024, come è cambiata la campagna elettorale: i pochi mesi che ci separano dal voto sono un’era geologica

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RICHMOND (VA) – A meno di cento giorni dall’election day del 5 novembre 2024 la campagna elettorale per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti è stata completamente stravolta. Per mesi abbiamo analizzato la fase delle primarie, i discorsi del candidato repubblicano Donald Trump e del presidente Joe Biden nei loro rispettivi eventi, i sondaggi dei media americani, le opinioni e le voci dei potenziali elettori, ma la verità è che dal dibattito televisivo dello scorso 27 giugno è cambiato tutto.

Nel corso di questo lungo inverno di primarie si era parlato molto dell’insoddisfazione dei giovani elettori nel rivedere una rivincita di Usa 2020 tra Joe Biden e Donald Trump in vista delle elezioni di novembre 2024. L’insoddisfazione regnava sovrana, ma allo stesso tempo repubblicani e democratici al momento del voto nei rispettivi Stati, non trovando alternative abbastanza stimolanti, hanno eletto all’unanimità sia Trump che Biden come candidati dei loro rispettivi partiti.

Da lì in poi buona parte della campagna elettorale di Trump è stata caratterizzata dal lungo processo che si è svolto a New York in cui il magnate è diventato il primo ex presidente ad essere condannato in un processo penale con 34 capi di imputazione. Un verdetto che però non ha indebolito il sostegno dei repubblicani nei suoi confronti. Il primo segnale di un cambiamento è arrivato il 27 giugno nel corso del dibattito televisivo negli studi della Cnn in cui sono emerse le debolezze di Biden nell’argomentare temi importanti rispetto al rivale repubblicano, che pur esprimendo idee discutibili, è apparso nettamente più lucido.

Biden ha inoltre dimostrato una totale mancanza di lucidità anche negli eventi istituzionali. Gli svarioni del presidente nel corso del G7 in Puglia sono dei ricordi indelebili, così come è impossibile dimenticare che in occasione del vertice Nato Biden abbia presentato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky come “presidente Putin”.

Era chiaro che il partito democratico sarebbe andato incontro ad una sconfitta certa. Intanto a Butler, Pennsylvanya, in occasione dell’ennesimo comizio in cui Trump sarebbe stato potenzialmente pronto a definire ancora una volta Biden come “il peggior presidente della storia”, un proiettile fatto partire dal ventenne Thomas Matthew Crooks gli sfiora l’orecchio. Nella stessa sparatoria ci saranno una vittima e altri due feriti, con il magnate che viene portato via dal palco mentre con il pugno teso urla “fight fight!” ai suoi sostenitori.

L’attentatore verrà ucciso subito dopo da un cecchino del Secret Service e qualche giorno dopo Trump si presenterà alla convention repubblicana di Milwaukee con una benda sull’orecchio destro e i suoi sostenitori faranno lo stesso per solidarietà. Il magnate ottiene la nomination ufficiale del partito repubblicano, riuscendo a trasformare la sparatoria in un evento a suo favore dal punto di vista elettorale: “Sono qui per la volontà di dio onnipotente”, dirà Trump nel suo discorso alla convention, occasione in cui viene designato JD Vance come candidato alla vicepresidenza repubblicana.

Ad una settimana dalla sparatoria ai danni di Trump, il presidente Biden, dopo le pressioni degli esponenti del suo partito e dei donatori che non credono più in lui, decide di ritirarsi definitivamente dalla corsa alla Casa Bianca, dando il suo endorsement alla vicepresidente Kamala Harris. Il partito democratico sembra ritrovare slancio, mentre Trump afferma che battere Harris alle prossime elezioni “sarà ancora più facile”. I sondaggi per adesso danno ancora ragione al magnate, ma con Harris la differenza si è ridotta e le statistiche sono più equilibrate.

Nelle loro rispettive uscite Trump e Harris si sono attaccati a vicenda, dando vita ad una campagna elettorale completamente nuova. In attesa che Kamala Harris decida a chi affidare il ruolo di candidato vicepresidente, risulta molto complicato dire che cosa succederà da qui a novembre.

Il prossimo evento importante sarà la convention democratica che se svolgerà a Chicago dal 19 al 22 agosto, occasione in cui Kamala Harris verrà designata come candidata ufficiale del partito democratico. Se consideriamo il modo in cui la corsa alle elezioni presidenziali è stata completamente stravolta nel giro di poche settimane, i mesi che ci separano da qui al voto sembrano un’era geologica.

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