Fino a qualche settimana fa la strada verso Usa 2024 sembrava non potesse presentare particolari stravolgimenti, ma nel giro di poche settimane il candidato repubblicano Donald Trump ha rischiato la vita in un attentato durante un comizio a Butler (Pennsylvanya) e a distanza di pochi giorni il presidente democratico Joe Biden si è ritirato dalla corsa per un secondo mandato consecutivo alla Casa Bianca.
Adesso la vicepresidente Kamala Harris, che aveva fin da subito ottenuto l’endorsement di Biden, ha ufficialmente raggiunto la maggioranza dei delegati chiamati a votare in modalità virtuale. Un risultato che per la vicepresidente stabilisce dunque il raggiungimento di una maggioranza matematica per il ruolo di candidata di punta del partito. Ufficialità che arriva con due settimane di anticipo rispetto alla convention democratica che avrà inizio a Chicago il prossimo 19 agosto.
Nonostante lo slancio nei sondaggi e all’interno del partito democratico, Harris deve affrontare un impresa tutt’altro che semplice. Uno dei primi compiti è quello di far dimenticare agli elettori la disastrosa prestazione di Biden nel corso dell’ultimo dibattito televisivo con Trump, andato in onda negli studi della Cnn lo scorso 27 giugno. La neo candidata si ritrova adesso ad essere la prima donna nera e la prima persona di ascendenza asiatica a ottenere la nomination di uno dei due maggiori partiti Usa.
Adesso i democratici tornano a respirare la speranza della vittoria: i sondaggi dicono che la corsa con Trump è testa a testa. Una situazione che costringe il magnate e e il candidato repubblicano alla vicepresidenza JD Vance a cambiare in corsa il copione di una campagna elettorale che sembrava già scritta.
Ormai mancano poco più di tre mesi alle elezioni e in molti si chiedono se Harris, partita abbastanza bene, possa proseguire la sua campagna elettorale sulla stessa lunghezza d’onda di adesso estrappare a Trump una vittoria che sembrava certa per scrivere una pagina indelebile nella storia degli Stati Uniti.