Usa 2024, partito il tour in pullman di Kamala Harris in tutti gli Stati: Trump non si presenta in tribunale

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Harris-Trump
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RICHMOND (VA) – È ufficialmente partito il tour in pullman della vicepresidente Kamala Harris, che nei prossimi due mesi farà almeno 50 tappe nei diversi Stati americani per rivendicare l’importanza dei diritti riproduttivi e della democrazia a discapito del candidato repubblicano Donald Trump. Secondo quanto ribadito più volte dalla neo candidata democratica, l’ex presidente è ritenuto “direttamente responsabile dell’impatto devastante” che consegue al ribaltamento della Corte Suprema in merito alla legge che fino al 2022 garantiva il diritto all’aborto a livello federale.

I 6 giudici della Corte Suprema (tre sono stati nominati da Trump) hanno imposto dei limiti che hanno creato difficoltà e malumori in tutto il Paese ed è proprio per questo che Kamala Harris ha trasformato questo tema in un suo cavallo di battaglia in questa campagna elettorale, dove, anche attraverso questo tour, la candidata democratica intende illustrare le principali differenze tra i due partiti in merito a questo argomento e a tanti altri.

Intanto nella giornata di ieri a New York un giudice federale ha ufficialmente respinto la richiesta avanzata dai legali di Trump in merito al trasferimento dalla Grande Mela a una corte federale del caso legato alla pornostar Stormy Daniels in cui il magnate è stato giudicato colpevole con 34 capi d’accusa. Il tipo di condanna dopo il verdetto di colpevolezza dei 12 giurati, arrivato lo scorso maggio, sarà reso noto il prossimo 18 settembre. Quello di New York è l’unico processo in cui Trump non può fare richiesta di immunità, poiché i fatti in questione riguardano un periodo in cui il magnate non era ancora presidente.

L’immunità riconosciuta al presidente dalla Corte Suprema riguarda solo gli atti compiuti nell’esercizio dei suoi poteri costituzionali. Intanto secondo quanto riportato dalla stampa americana, l’ex presidente intende dichiararsi non colpevole delle accuse riformulate nella vicenda dell’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021. Il procuratore speciale Jack Smith ha esaminato nuovamente il caso in base alla recente sentenza della Corte Suprema sull’immunità presidenziale e riproposto le accuse. Il magnate ha rinunciato al suo diritto di comparire in tribunale domani e ha autorizzato i suoi legali a fare la dichiarazione di non colpevolezza a nome suo.

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