Day 1 – Flying to California
SAN FRANCISCO – Sono le 4:39 del mattino e un taxi ci sta portando all’aeroporto di Richmond per prendere un volo alle 6. Il viaggio verso San Francisco è lungo e prevede due scali: il primo a Charlotte, North Carolina, e il secondo a Los Angeles, California. Mentre pensiamo che dobbiamo andare dall’altra parte dell’America l’autista ci accompagna all’aeroporto con “Let’s Get It On” di Marvin Gaye. Fuori è ancora buio pesto e iniziamo a realizzare che quando saremo in California il fuso orario con l’Italia passerà da 6 a 9 ore. Una volta arrivati all’aeroporto facciamo tutti i controlli di rito per l’imbarco con la compagnia American Airlines e dopo aver preso posto sull’aereo iniziamo questo lungo viaggio dalla Virginia alla California.
Sul successivo volo da Charlotte per Los Angeles non possiamo non notare la splendida vista sul parco nazionale del Grand Canyon che attira immediatamente la nostra attenzione.
Dopo aver fatto tutti gli scali atterriamo a San Francisco alle 15:25 (ora locale). Una volta usciti dall’aeroporto prendiamo un Uber e iniziamo ad addentrarci nel cuore della città. Lungo il tragitto alla nostra sinistra ci sono le montagne, a destra l’Oceano Pacifico. Più ci avviciniamo al centro e maggiore è la frequenza con cui si alternano le salite e le discese tipiche di San Francisco.
Dopo aver fatto il check-in nell’albergo ci dirigiamo nel quartiere di Fisherman’s Wharf per una prima perlustrazione della città. Lì individuiamo un’area commerciale denominata Pier 39 in cui sono presenti diversi negozi e ristoranti. Decidiamo di fermarci a mangiare qui. Dopo un primo giro è il momento di rientrare in albergo e recuperare le forze poiché il viaggio è stato lungo e l’itinerario da seguire in questi giorni è intenso.
Day 2 – “Benvenuti ad Alcatraz”
La prima tappa di oggi è la storica prigione di Alcatraz. Per visitarla è possibile prenotare un tour di 2 ore e 30 minuti che prevede il trasporto con il traghetto da San Francisco all’isola di Alcatraz e la conseguente visita. Dal 1934 al 1963 era quasi impossibile fuggire da questa prigione. I pochi fortunati che riuscivano a lasciare la propria cella sarebbero dovuti scappare dall’edificio principale per poi superare il muro di recinzione e riuscire ad attraversare le fredde acque che separano l’isola di Alcatraz da San Francisco per circa due chilometri.
Negli anni in cui era operativo il carcere di Alcatraz ospitò i peggiori criminali degli Stati Uniti che nelle altre prigioni erano considerati “problematici” come il gangster italoamericano Al Capone. Nel corso degli anni in cui il carcere era operativo furono 35 gli uomini che provarono a scappare. Tra questi solo in tre riuscirono in questa impresa: Frank Morris, Clarence Anglin e John Anglin, che diventarono anche i protagonisti del film “Fuga da Alcatraz” in cui un impeccabile Clint Eastwood interpreta la parte di Frank Morris, la mente del piano di fuga messo in atto la notte dell’11 giugno 1962.
Oggi il carcere di Alcatraz è passato dall’essere un luogo di fuga ad un museo che attira turisti da tutto il mondo. Con l’audioguida è possibile rivivere i tormenti e le condizioni in cui vivevano gli oltre 1500 detenuti che sono stati qui in quella che è passata alla storia come la prigione più solida degli Stati Uniti.
Rientrati dall’isola di Alcatraz facciamo ritorno nell’area di Fisherman’s Wharf e la nostra attenzione viene attirata dai versi dei leoni marini che sono presenti nel molo all’altezza dell’area commerciale Pier 39. La loro presenza è ormai da anni una sorta di attrazione turistica.
La parte successiva dell’itinerario prevede una visita a Union Square, il principale quartiere commerciale di San Francisco. La zona che circonda la piazza è caratterizzata da negozi di marca, hotel, grandi magazzini e boutique di lusso, ma la vera attrazione in questo periodo dell’anno è la pista di ghiaccio con un grande albero di Natale sullo sfondo. Decidiamo di passare il resto del pomeriggio a pattinare e con il calar del sole le luci che illuminano la pista rendono questa atmosfera pre-natalizia ancora più magica.
In serata ci fermiamo a mangiare da “Tony’s Pizza Napoletana”. Il ristorante si trova nel quartiere di Little Italy, a pochi passi da Chinatown. In queste strade salta subito all’occhio l’enorme miscuglio culturale tra una via e l’altra, emblema di una globalizzazione ormai visibile ad occhio nudo. Dopo cena facciamo un breve giro e rientriamo in albergo, proiettati già sulle tappe di domani.
Day 3 – Un sogno che si realizza
Il terzo giorno prevede una tappa fondamentale, il Golden Gate Bridge. Per attraversarlo scegliamo di noleggiare una bicicletta nel quartiere di Fisherman’s Wharf. In questo modo abbiamo la possibilità di costeggiare tutta la baia di San Francisco fino al ponte, riuscendo lungo il tragitto a trovare diversi punti panoramici per foto e video.
Attraversare in bici il Golden Gate Bridge con il vento in faccia rimarrà per sempre un ricordo indelebile in grado di trasmettere un senso di libertà provato poche volte nella vita. Ho ufficialmente marchiato una x nella lista dei sogni da realizzare. Nel percorso consentito alle biciclette è possibile osservare sulla sinistra le macchine che sfrecciano, mentre sulla destra si vede la baia e tutta la città di San Francisco.
Una volta attraversato il ponte riusciamo ad individuare ulteriori scorci in cui fare foto e video. A questo punto la meta successiva è la piccola città di Sausalito, nella contea di Marin, raggiungibile sempre in bici dopo una lunga discesa. Una volta arrivati qui ci colpisce la vista di uno splendido arcobaleno all’altezza del molo nell’area portuale.
Da Sausalito prendiamo il traghetto che ci riporta a San Francisco nel quartiere di Fisherman’s Wharf e durante il tragitto sull’Oceano Pacifico possiamo ammirare nuovamente il Golden Gate Bridge e l’isola di Alcatraz.
Rientrati a Fisherman’s Wharf consegnamo le bici e andiamo a cenare nel ristorante italiano “Roma Antica”. Rimaniamo estasiati e sorpresi con una cacio e pepe di alto livello. Il responsabile del locale è romano e il personale è in gran parte costituito da italiani. Per qualche ora ci siamo sentiti a casa. Dopo la cena facciamo rientro in albergo, felici di aver trascorso una giornata che ricorderemo per sempre.
Day 4 – Punti panoramici e bandiere arcobaleno
La prima tappa di oggi è il Salesforce Transit Center, un parco sopraelevato che si trova al quarto piano dell’omonima stazione ferroviaria. Un luogo adatto per bambini e famiglie in una bella giornata di sole, ma anche per coloro che lavorano nei numerosi uffici del centro e desiderano fare una pausa pranzo tranquilla. Qui è molto interessante notare il contrasto tra la natura e i grattacieli del centro di San Francisco. Uno scenario che potrebbe essere definito “futuristico”. Il progetto è relativamente recente ed è in fase di espansione. Nei prossimi mesi in questa singolare area è prevista l’apertura di diversi ristoranti.
Una volta visitato il parco ci dirigiamo a piedi verso la Coit Tower, uno dei principali punti panoramici in cui è possibile vedere dall’alto l’intera città di San Francisco. Per arrivare a destinazione dobbiamo affrontare una lunga scalinata in salita, ma la fatica viene immediatamente dimenticata una volta arrivati in cima. Da questa prospettiva la vista è semplicemente sensazionale.
La meta successiva è la fontana di Yoda, che raffigura il celebre personaggio di Star Wars nei pressi degli uffici della Lucas Film nel Letterman Digital Center di San Francisco.
Successivamente ci spostiamo con il bus a Dolores Park, altro punto panoramico interessante da cui osservare la città di San Francisco.
Da Dolores Park ci dirigiamo a piedi in periferia nello storico quartiere gay di Castro. Qui c’è una storia interessante da raccontare, quella della comunità LGBTQ, che ha visto nascere proprio in questo quartiere il suo simbolo più conosciuto: la bandiera arcobaleno. Passeggiando lungo le strade del quartiere il richiamo ai colori dell’arcobaleno è consistente, fra bandiere, murales e strisce sulla strada.
Il quartiere di Castro si rivela interessante anche dal punto di vista dei locali e dei numerosi ristoranti. Decidiamo di fermarci a mangiare in questa zona presso la pizzeria “Il Casaro”. Dopo la cena prendiamo un bus per rientrare in albergo, stanchi ma soddisfatti di una giornata intensa.
Day 5 – Flying to Virginia
La sveglia suona alle 6 del mattino ed è giunto il momento di andare all’aeroporto per fare rientro in Virginia. Alle 8 un volo di circa 5 ore dell’American Airlines ci porta a Charlotte, North Carolina. Da lì facciamo un ulteriore scalo per atterrare a Richmond.
Una volta seduti sull’aereo è tempo di bilanci: San Francisco è una città con un’offerta turistica davvero ampia in cui si mescolano numerose culture. Gli stipendi sono alti ma anche il costo della vita non è da meno. Tuttavia già al primo impatto è possibile notare la grande differenza tra la costa dell’Atlantico e del Pacifico. La West Coast è un pianeta a parte rispetto al resto dell’America per quanto riguarda usanze, costumi, clima e stile di vita.
Ulteriore aspetto su cui fare un cenno su San Francisco è la presenza dei taxi senza conducente. Si chiamano Waimo, sono molto utilizzati e in città ne girano tantissimi. Le persone che vivono qui sono ormai abituate a questa tecnologia e sostengono che il futuro stia andando in questa direzione: nel tempo ci saranno sempre meno persone che guideranno in strada. Pensare che in Italia le concessionarie automobilistiche fanno ancora fatica ad adattarsi al passaggio verso le auto elettriche fa riflettere molto su quanto San Francisco sia avanti anche rispetto ad altre città degli Stati Uniti in cui tali mezzi non sono ancora presenti.
Chi almeno una volta nella vita è stato in America e ha avuto modo di vedere città come New York o Washington può considerarsi fortunato, ma chi ha visto la California è un “privilegiato” perché sa già come funzioneranno le cose nei prossimi anni in tutto il resto del mondo.