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WASHINGTON DC – Secondo un rapporto pubblicato oggi dal Dipartimento del Lavoro, l’inflazione negli Stati Uniti ha subito una ulteriore accelerata nel mese di gennaio, comportando all’aumento di prezzi di generi alimentari, gas, benzina e auto usate. Si tratta di dati che limitano ulteriormente la possibilità di eventuali tagli ai tassi di interesse in tempi brevi da parte della Federal Reserve.
Secondo le ultime analisi, l’indice dei prezzi al consumo è aumentato del 3% rispetto all’anno precedente, nonostante il presidente Donald Trump avesse promesso durante la campagna elettorale di far ridurre i prezzi. Secondo l’analisi di diversi economisti la volontà di Trump di imporre nuovi dazi agli altri Paesi rischia di comportare come conseguenza un ulteriore aumento dei costi.
In un post pubblicato sui social nella mattinata di oggi, il tycoon ha indicato che i tassi di interesse dovrebbero essere abbassati per “andare di pari passo con i prossimi dazi”. Per quanto riguarda i generi alimentari, lo scorso mese è stato registrato un aumento dello 0,5%, il dato più alto da ottobre 2022. Nello specifico il costo dell’uva è salito del 15,2%, il bacon del 4,1%, il pollo dello 0,3% e il pesce fresco dell’1,6%. Sono invece in diminuzione i prezzi per i cereali (-3,3%), il riso (-1,4%) e il pane (-1,7%).
Grande preoccupazione per i prezzi del gasolio, che nel corso dell’ultimo mese hanno subito un aumento dell’1,8%, con la benzina senza piombo che ha raggiunto una media di 3,14 dollari al gallone. Nonostante gli Stati Uniti siano il più grande produttore di petrolio al mondo, la prospettiva di futuri dazi da parte dell’amministrazione Trump ha comportato un ulteriore aumento dei prezzi del petrolio greggio.
Qualche segnale di incoraggiamento arriva dai prezzi degli affitti che, pur rimanendo alti, hanno registrato una lieve diminuzione del prezzo annuale dal 4,3% al 4,2%. Si tratta di un segnale importante poiché in questi ultimi anni i costi degli alloggi hanno provocato un aumento dell’inflazione più di qualsiasi altro settore negli Stati Uniti. Dati meno confortanti arrivano però da ulteriori costi di servizio che sono aumentati nel mese di gennaio, tra cui le tariffe delle assicurazioni auto, che dopo aver mostrato in precedenza dei segnali di moderazione, hanno avuto un aumento del 2%. Stesso discorso per le tariffe aeree, salite dell’1,2%, di quelle alberghiere (+1,4%), i servizi ospedalieri (+0,9%), i prezzi delle auto usate (+2,2%).
La Federal Reserve ha più volte reso noto che l’obiettivo per il 2025 è quello di far scendere l’inflazione dall’attuale 2,4% al 2%, in modo da poter effettuare ulteriori tagli ai tassi di interesse che comporterebbero la riduzione dei prezzi a beneficio dei cittadini. Tuttavia gli ultimi dati potrebbero compromettere seriamente questo percorso.