Su un francobollo e sul foglio di una lettera ci sono impronte digitali del Dna di un uomo e di una donna: questa la traccia che consente di riaprire il caso del “piccolo Gregory”, il bambino di quattro anni e mezzo trucidato nel 1984. La sua fine resta ancora oggi uno dei più ricati enigmi della cronaca francese.
Non c’erano, 25 anni fa, gli strumenti per individuare tracce di Dna sui reperti. Il progresso consente, un quarto di secolo dopo, di riaprire, se la magistratura darà il via libera, il caso che forse più di ogni altro ha choccato l’opinione
pubblica francese negli ultimi decenni.