Gerusalemme – La “Terra promessa” era aperta a tutti gli ebrei, tranne che a malati e handicappati. Tredici anni dopo la fine dell’Olocausto, centinaia di migliaia di sopravvissuti videro rinascere la speranza guardando a “Eretz Israel”. Molti di loro, pero’, si sbagliavano: oltrepassata la soglia di Auschwitz e Dachau, li aspettava una nuova “selezione”.
E’ quella di cui parla un documento del 1958 rintracciato da uno storico polacco nell’ambito di un’indagine sui rapporti tra lo Stato nato nel 1948 e Varsavia. Golda Meir, allora ministro degli Esteri, suggeri’ all’ambasciatore israeliano a Varsavia di far presente …