La bulgara Rumiana Jeleva ha deciso di ritirare la propria candidatura a commissaria dell’Unione europea alla Cooperazione e aiuti umanitari nonostante che il passato di amministratore delegato di Jeleva nella Global Consult, una società bulgara di consulenza per la privatizzazione, non era in conflitto con il ruolo di commissario per gli aiuti umanitari che il presidente della Commissione europea, José Manuel Durao Barroso, avrebbe voluto affidarle. Nel gennaio 2009, secondo i servizi giuridici dell’Europarlamento, Jeleva avrebbe firmato importanti documenti finanziari come manager della Global Consult, mentre lei stessa ha dichiarato di non farne più parte del 2007.
Inoltre Jeleva, vice presidente del Partito popolare europeo, ha inviato una lettera al primo ministro bulgaro Boyko Borisov annunciando la sua rinuncia all’incarico europeo e anche dalla carica di ministro degli esteri bulgaro.
La polemica in Bulgaria sale anche grazie alla notizia che la banca in cui lavora Jelev è stata tra i principali finanziatori della campagna elettorale di Boiko Borisov.
Inoltre Boiko Borissov in questi giorni è al centro nel suo paese di un’altra polemica tutta interna. Il governo da lui guidato ha affidato, dopo un’asta, la riscossione delle “vignette” (marche da applicare sulla patente o modello di pagamento di tasse) alla banca bulgaro-belga Cibank nella quale la sua attuale compagna, Tzvetelina Borislavova, ricopre la carica di “Supervisory Board” ed è proprietaria del 18% della banca stessa.
Questo conflitto d’interesse potrebbe portare all’apertura di nuovi scenari nella fragilissima democrazia bulgara. Pesante inoltre il commento del capogruppo del Ppe Martin Schulz secondo il quale, prima di darsi alla politica Boiko Borissov faceva la guardia del corpo dell’ultimo dittatore comunista della Bulgaria.
La sostituta di Jeleva sarà Kristalina Georgieva, vice presidente della Banca mondiale.