La riforma della sanità e le prossime elezioni

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Washington – “Se lo possiamo fermare su questo tema, sarà il suo Waterloo”. Ecco cosa aveva detto il Senatore Jim DeMint, repubblicano della Carolina del Sud nel mese di luglio dell’anno scorso, parlando dell’importanza di ostacolare la riforma sanitaria di Barack Obama.
Obama ha vinto come si sa e la riforma sanitaria è una nuova legge degli Stati Uniti. Per quanto riguarda le ramificazioni politiche, invece, forse si tratta del Waterloo del Partito Repubblicano. Lo ha affermato persino David Frum, politologo dell’American Enterprise Institute, un think tank conservatore. Per Frum, i repubblicani hanno sprecato l’occasione di partecipare alla riforma sanitaria e potrebbero essere loro a pagare le conseguenze alle elezioni di mid-term nel mese di novembre.
Frum è stato licenziato dal suo posto per avere sostenuto una tesi contraria alla retorica repubblicana.
La linea del Gop sulla riforma sanitaria era che la nuova legge avrebbe condotto alla fine del mondo. Durante il dibattito alla Camera, il parlamentare David Nunes, repubblicano della California, aveva avvertito che la nuova legge creerebbe “l’utopia socialista” del Partito Democratico. Questo tipo di esagerazione è alla radice della loro completa e compatta opposizione. Inoltre hanno spesso minacciato i democratici dicendo che gli elettori li punirebbero nelle elezioni di midterm. Si trattava di una minaccia vuota di significato perché l’ultima cosa che volevano compiere è dare buoni consigli ai loro avversari.
Ci sono sette mesi fino a novembre e molto potrà cambiare. In parte vi sarà una campagna di educazione per spiegare i vantaggi della nuova legge sulla sanità.
Il primo è politico dato che se i democratici non fossero riusciti a fare approvare la legge avrebbero perso politicamente non solo con gli elettori americani ma specialmente con quelli di fede democratica. Una volta investito tanto tempo sul tema della riforma, sarebbe stato un suicidio venire a casa con le mani vuote. Gli elettori democratici li avrebbero etichettati di incompetenti data la loro maggioranza in ambedue le Camere ed il controllo della Casa Bianca.
I sondaggi prima dello storico voto non erano favorevoli alla riforma sanitaria. Un sondaggio della Cnn aveva rilevato che il cinquantanove percento degli americani era contrario mentre il trentanove percento favoriva la riforma. Un sondaggio del quotidiano USA Today dopo del voto sostiene invece che il quarantanove percento è soddisfatto della riforma mentre il quaranta percento non lo è.
Questi dati più recenti dovrebbero certo fare piacere ai democratici.  Sarà infatti difficile per i repubblicani cercare di fare una campagna elettorale sostenendo che l’ampliamento degli accessi al programma Medicaid per coloro che guadagnano meno del 133% della soglia della povertà dovrebbe essere eliminato. Il divieto di rescindere la polizza ai pazienti malati invocando la presenza di malattie pre-esistenti sarà certamente impopolare. Eliminare i figli minori di ventisette anni dalle polizze dei genitori sarà altrettanto complesso da vendere agli elettori. Per non parlare poi dei crediti alle tasse per le piccole imprese che offrono assicurazione medica ai loro lavoratori.
In effetti, sarà difficile per i repubblicani presentarsi come il partito che vuole abolire benefici ottenuti dagli americani.  Era più facile attaccare in linee generali la proposta di legge etichettandola di socialismo. Una volta implementata, la nuova legge diverrà intoccabile come lo sono già divenuti il Social Security ed il Medicare.
Il Partito Repubblicano si è spostato talmente a destra che non riesce a vedere nulla di buono nei programmi governativi eccetto forse quelli già approvati e quindi importanti per gli americani. Insistendo sempre a dire “no” alla riforma sanitaria i repubblicani si sono isolati ed in un certo senso diverranno schiavi della loro ala destra come i sostenitori del “Tea Party”.
Sembra plausibile che la riforma sanitaria, approvata solo con voti democratici, diventerà popolare perché aprirà le porte alla sanità a trentadue milioni di americani. Se un partito si troverà inguaiato dalla nuova legge non sarà quello Democratico. I guai per il Partito Democratico si manifesteranno se l’economia non si riprende, qualcosa che tacitamente i repubblicani sperano per ritornare al potere.

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