Washington – “Uno come Bob Bennett, un ultraconservatore, è stato scacciato dal Partito Repubblicano”. Ecco cosa ha dichiarato Juan Williams, opinionista della Fox News, mentre commentava la sconfitta del senatore Bennett nelle elezioni primarie dello Stato dell’Utah.
Bennett è stato eliminato da Tim Bridgewater e Mike Lee, quest’ultimo con l’appoggio del Tea Party. Non sono bastate le credenziali di conservatore di Bennett né i suoi 21 anni nel Senato a fargli vincere le primarie e poi l’eventuale elezione. Si crede che uno dei due vincitori rimpiazzerà Bennett nel Senato dato che il candidato democratico ha pochissime speranze in uno Stato così conservatore come l’Utah.
Bennett non è l’unico a dovere lasciare il suo partito per non essere abbastanza conservatore. Il governatore della Florida Charlie Crist, il quale si era candidato al Senato, ha dovuto allontanarsi dal suo partito perché sapeva che il fatto di essere moderato non gli avrebbe permesso di vincere le primarie. Si crede che Marco Rubio, il candidato ultraconservatore, vincerà la candidatura repubblicana. Ma Crist non si è arreso. Ha deciso di correre come indipendente, il che farebbe piacere al candidato democratico, dato che con ogni probabilità dividerebbe il voto repubblicano.
Vincere da indipendente non è facile dato che un tale candidato non riceve il supporto del partito. Ma non è impossibile. Lo ha dimostrato John Lieberman, senatore democratico del Connecticut, il quale anche lui era stato messo da parte dal suo partito per essere considerato troppo conservatore per i democratici. Lieberman si candidò come indipendente ed eventualmente vinse l’elezione.
In un caso non tanto diverso, Arlen Specter ha lasciato il Partito Repubblicano l’anno scorso avendo notato che il suo futuro politico era quasi svanito. Specter, senatore della Pennsylvania, è divenuto democratico e di questi giorni sta lottando per la nomina del suo nuovo partito. Il suo avversario Joe Sestak lo ha accusato di non essere un vero democratico. Ciononostante Specter ha ricevuto il supporto dell’establishment democratico, incluso il presidente Barack Obama, come ricompensa del sostegno di Specter all’agenda legislativa democratica.
Altri politici repubblicani moderati si sono spostati a destra suggerendo per alcuni una certa ipocrisia. Mitt Romney, candidato presidenziale repubblicano nel 2008, si è schierato contro la riforma sulla sanità approvata recentemente dal Congresso. Infatti, da governatore del Massachusetts, Romney aveva firmato una legge poco differente da quella approvata da Washington.
Un altro leader repubblicano, Tim Pawlenty, governatore del Minnesota, è stato anche lui accusato di ipocrisia simile a Romney per avere denunciato la legge sullo stimolo all’economia ma poi accettando volentieri i sussidi dal governo federale per il suo Stato.
Si calcola che alle elezioni di midterm di novembre i repubblicani faranno progressi anche se probabilmente non vinceranno la maggioranza né alla Camera né al Senato. Gli elettori di destra avranno più stimoli per presentarsi alle urne dei loro avversari democratici. La nuovissima e severissima legge sui clandestini dello Stato dell’Arizona servirà da incentivo ai repubblicani dato che è favorita da una stragrande maggioranza della destra.
Il pericolo per il Partito Repubblicano e che se l’ala destra prenderà le redini potrebbe alienare i moderati repubblicani i quali non avrebbero molte scelte eccetto di abbandonare il Gop. Come ha detto Specter, “non sono stato io ad abbandonare il mio partito. Crist nemmeno. Il Partito ci ha abbandonati”.
Vincere un’elezione primaria ma anche locale o persino statale a volte richiede un certo estremismo politico. Nel caso di un’elezione nazionale è necessaria una certa moderatezza. Bisogna dunque remare sia a destra che sinistra per ottenere il supporto degli elettori indipendenti i quali decidono le elezioni. Lo fece George Bush nel 2000 e 2004. I repubblicani cercarono di ripetersi nel 2008 nominando John McCain, un moderato. Non vi riuscirono e attualmente i repubblicani continuano a spostarsi a destra.
Negli ultimi venti anni i repubblicani hanno demonizzato il termine liberal mentre l’epiteto conservatore è rimasto completamente accettabile. La continua spinta del termine conservatore verso l’estrema destra potrà condurre alla scissione del Partito Repubblicano facendo dunque sorridere i democratici.
Domenico Maceri