Washington – “La gente non ne può più dei politici che si attaccano a vicenda”. Parla Arnold Schwarzenegger, governatore della California, mentre i suoi due possibili successori, Meg Whitman e Jerry Brown, ascoltano durante il convegno della Women’s Conference a Long Beach, non lontano da Los Angeles.
Quando Matt Lauer, giornalista della Nbc, chiese ai due candidati a governatore del Golden State se sarebbero d’accordo ad eliminare gli attacchi negativi, Brown acconsentì. Whitman disse invece che gli annunci con attacchi alle questioni politiche sono accettabili.
Distinguere fra un annuncio che centri questioni politiche da quelle personali spesso non è facile. Nel caso della Whitman, la quale ha speso più di 141 milioni di dollari nella sua campagna a governatore, gli attacchi a Brown si sono rivelati indispensabili. Whitman, come si sa, è l’ultraricca ex amministratore delegato di eBay.
Ha passato buona parte della sua vita nel mondo corporativo e ha solo votato sporadicamente. Senza nessuna esperienza politica ha deciso che vuole diventare governatore della California.
Brown, al contrario, ha passato tutta la sua vita al servizio dei cittadini. È il figlio del governatore Pat Brown che molto fece per la California fra il 1959 e il 1967. Jerry, anche lui già governatore del Golden State fra il 1975 e il 1983, è poi stato sindaco della città di Oakland ed è attualmente il procuratore generale della California.
Whitman ha cercato di presentarsi ai trentotto milioni di californiani come manager competente che aggiusterebbe lo Stato creando posti di lavoro. Fino a qualche settimana fa sembrava che la sua campagna mediatica stesse funzionando dato che i sondaggi davano la corsa come un pareggio.
I sondaggi più recenti la piazzano indietro di dieci punti (49% Brown, 39% Whitman). Ovviamente a pochi giorni dell’elezione gli attacchi reciproci continueranno nonostante i fischi ricevuti dalla Whitman da molte delle donne presenti al convegno di Long Beach.
La Whitman non avrà scelta. Il problema per lei è che Brown, il quale ha speso pochi soldi durante la primaria democratica, si trova in una situazione favorevole anche se l’ultra miliardaria potrebbe aprire di nuovo il suo portafogli. Brown ha nel suo tesoro politico undici milioni di dollari e può anche contare sul supporto dei sindacati. Quindi potrà difendersi dagli attacchi inevitabili del suo avversario.
Sfortunatamente gli attacchi negativi in politica funzionano dato che gli elettori sono influenzati dal “presunto” male che un politico avrà compiuto. Sarà più facile per la Whitman trovare scuse per i suoi attacchi ma deve fare attenzione perché le accuse di menzogne le sono piovute addosso. Indirettamente, ciò è avvenuto anche da Schwarzenegger, il quale ha corretto la Whitman dicendo che non è necessario riportare la California all’età del Golden State perché la California già lo è.
I californiani non sono d’accordo. Schwarzy riceve solo l’appoggio del 29% dei californiani inquanto al suo operato. La Whitman, come Schwarzy, è repubblicana, qualcosa che non è passato inosservato a Brown. In uno dei suoi annunci il candidato democratico compara l’attuale governatore e la candidata dichiarandoli “gemelli” data la loro affinità politica basata anche sulle frasi usate dai due che a volte sembrano null’altro che una ripetizione.
La mancanza di esperienza politica accomuna il percorso politico della Whitman con Schwarzenegger. Ambedue hanno dichiarato di essere ricchi e quindi impossibili di essere comprati. Nel caso della Whitman però i soldi investiti per essere eletta suggeriscono che lei vuole comprarsi l’incarico di governatore della California, lo stato-nazione del pacifico. Ci hanno provato altri politici cha hanno usato la loro fortuna per compierlo come Steve Pozner, Bill Simon, Steve Westly, Al Checchi e Jane Harman. Non vi sono riusciti. Gli elettori californiani si sono dimostrati abbastanza svegli non vendendogli i loro voti. Succederà lo stesso con la Whitman? Lo sapremo fra breve.
Domenico Maceri