Siria, cinque morti ad Homs

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Sempre più violenta la situazione in Siria. Anche oggi manifestazioni contro il governo, culminate con arresti, feriti e morti.

Per ora si registrano cinque vittime ad Homs, città ad ovest del paese. Testimoni parlano di forti cariche sui manifestanti. “Queste aggressioni hanno generato disprezzo e mancanza di fiducia nei confronti dell’amministrazione” dice un medico. In tutta la Siria proteste di massa. Bashar al-Asad è al potere dal 2000, e le rivolte sono iniziate circa quarantadue giorni fa. Poco dopo degli episodi in Egitto, Marocco, Tunisia e Yemen. Dall’inizio della rivoluzione, nel paese asiatico si contano cinquecento morti e duemilacinquecento in prigione.

Critiche per questi episodi arrivano dal Centro studi per i diritti umani di Damasco, che parla di “massacro inumano”. “Non è ammissibile questa violenza barbarici contro degli innocenti” spiega il portavoce del Dipartimento di stato americano Mark Toner. “Continueremo a fare pressing sul regime di Asad-conclude- perché queste barbarie possano avere fine”. Il governo dal canto suo risponde che le azioni di forza vengono applicate solo a terroristi. Intanto è previsto un incontro fra il segretario dell’Onu Ban Ki Moon e il presidente siriano.

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