Ottanta morti e più di centocinquanta feriti. Questo il bilancio aggiornato dell’attentato mattutino a Shabqadar, in Pakistan. Il gesto è stato rivendicato dai talebani
Obiettivo delle due esplosioni, un centro di addestramento militare. Dalle prime notizie, uno dei due attacchi è stato compiuto da un kamikaze, anche se per molti lo sono entrambi. “Questa è la prima delle vendette per la morte di Osama” dice Ehsanullah Ehsan, portavoce dei talebani pakistani. Dopo l’uccisione del leader di Al-qaeda del due maggio scorso, da persone a lui vicine sono arrivati messaggi di ritorsioni.
Due settimane fa la morte del capo dell’organizzazione terroristica in Russia, e poi di quello in Iraq. Oggi questo triste evento.
“Ero seduto ad aspettare i miei colleghi” dice un polizitto, testimone. “Fra noi eravamo felici, visto che potevamo rivedere le nostre famiglie. A un certo punto ho sentito gridare “Dio è grande” poi-conclude- l’esplosione”. Negli ultimi mesi del 2010, il Pakistan è stato teatro di molti attentati. Uno anche ad un convoglio dell’Onu, con a bordo aiuti umanitari. Shabqadar si trova a nord-ovest al confine con l’Afghanistan. Fra i civili, si contano circa centosessanta, alcuni trasportati all’ospedale di Peshawar.