Continuano le violenze in Siria. Nelle proteste di oggi, si registrano sette morti ad Homs. Una scia di sangue, che da più di tre mesi sta caratterizzando la Siria.
Rivolte popolari contro Bashar al-Asad, presidente al potere dal 2000. Associazioni umanitarie parlano di ottocentocinquanta morti, dall’inizio della rivoluzione. Dati per i quali l’Ue ha applicato sanzioni e l’embargo di armi. Homs, città ad ovest del paese, è stata teatro di sanguinosi scontri. L’ultimo il sei maggio scorso, con la morte di cinque vittime.
Gli abitanti raccontano di militari sparsi in tutto il paese, pronti ad attaccare i dimostranti. Nelle manifestazioni di vedono tutte le categorie sociali, uomini, donne, giovani, lavoratori e disoccupati. Tutti a chiedere riforme. Situazioni simile a quelle dell’Egitto, Libia e Yemen. Intanto il governo spiega in una nota che le forze dell’ordine usano la forza solo con i violenti.