Londra – “Comprate mia figlia, per favore. Mio marito è in ospedale e ha bisogno di denaro per farsi operare. Ha avuto un incidente sul lavoro e il suo capo è scappato. Vorrei vendere mia figlia, per salvare mio marito”, recita il cartello. L’annuncio shock riguarda la figlia più piccola, di un anno soltanto.
Senza il lavoro di Zhou Xinggui, la famiglia non sa come sopravvivere.
La vendita della piccola Xiao Dong, di 1 anno, dovrebbe consentir loro di respirare, almeno per un po’. La coppia ha altre due figlia, Da Hua e Xiao Hua. Ni Qiong trascorre le sue giornate in ginocchio nella zona pedonale di Fuzhou, la capitale della provincia cinese del Fujian. Piange, si dispera e si strappa i capelli. Davanti a sé regge un cartello con il prezzo del “prodotto in vendita”.
Ni Qiong e suo marito Zhou Xinggui sono lavoratori itineranti del Chongqing.
L’11 dicembre scorso, il padre delle 3 bambine, operaio, è caduto dal terzo piano dell’edificio nel quale stava lavorando.
Ha riportato diverse ferite ed è stato portato all'”Army General Hospital” di Fuzhou, dove ha già speso 1.129 dollari.Per Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, una storia senza dubbio al limite del reale, il cui unico lato positivo sembra essere l’assenza di un epilogo ancor più triste. Simili fatti dovrebbero farci riflettere perché la povertà può portare anche ad un annuncio tanto assurdo da rischiare di passare inosservato.