Quinto Capodanno nella “terra dei cedri”

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Libano del Sud. Missione di pace “Leonte 9”. Capodanno 2010-2011. Niente festa e niente brindisi, per i 1600 uomini e donne del contingente Italiano in Libano.

Nelle basi di Shama, Ma’ raka, Al Mansouri e Zibquine, dislocate tra il fiume “Litani” e “la Blue Line”, (limiti dell’area di competenza del Settore Ovest di Unifil) i militari non hanno festeggiato il capodanno, ma
si sono limitati ad incontrarsi unicamente per ricordare il collega del 7° Reggimento Alpini, il Caporal Maggiore Matteo Miotto, un ragazzo così simile a loro negli ideali e nella professione, caduto in Afghanistan
nell’adempimento del proprio dovere, l’ultimo giorno del 2010.

Qui in Libano questa infausta occasione è stata vissuta come un’opportunità per ricordare, in silenzio, tutti coloro che sono caduti in servizio.

All’avvicinarsi della mezzanotte il 75° comandante della Brigata di Cavalleria “Pozzuolo del Friuli” nel ricordare ai propri uomini e donne che: “l’unico modo per rendere onore al collega ucciso in Afghanistan è quello di continuare a svolgere il nostro lavoro, serenamente, con un rinnovato impegno ed una motivazione sempre più forte”, dopodiché ha invitato tutti ad un minuto di silenzio. I caschi blu italiani di UNIFIL, colleghi di Matteo, impiegati anch’essi in un’altra complicata missione fuori area hanno espresso un doveroso pensiero di partecipazione al dolore della famiglia e agli affetti che Matteo ha lasciato a casa. Un altro pensiero di gratitudine e affetto è stato rivolto ai colleghi impegnati, come ogni giorno, in servizi operativi per garantire i turni di servizio nelle sale operative, la sicurezza delle basi, o, impegnati a pattugliare, congiuntamente con le forze armate Libanesi, le strade e i villaggi sparsi sulle colline , o
lungo la “Blue Line” (linea di demarcazione armistiziale che scorre a ridosso di Israele).

In questi ultimi cinque anni, gli oltre 20.000 militari Italiani che si sono avvicendati nel corso delle diverse operazioni di pace denominate “Leonte”, hanno contribuito e supportato la rinascita sociale di questa fetta di Libano martoriata dalla guerra, garantendo, con il capillare controllo del territorio, i primi cinque anni di pace continuativi dell’ultimo trentennio.

Per la Brigata di Cavalleria “Pozzuolo del Friuli” si tratta della terza missione ed anche del terzo capodanno vissuto in terra libanese, vigilando e assicurando che la risoluzione ONU 1701 venga rispettata in tutti i suoi punti.

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