Capita che nascano bambini già “stressati”.
Ed è possibile quando un neonato e un lattante hanno subito lo stress della mamma durante la gravidanza.
La donna gravida, a causa dei repentini cambiamenti ormonali, può presentare varie problemartiche fisiche “o” e/o psicologiche.
Attualmente si verificano diversi fattori che generano stress: la condizione lavorativa, sia della donna che dell’uomo, i problemi economici, i rapporti con il compagno, varie ansie riguardanti la condizione gravidica, le problematiche sull’evento parto o l’immediato futuro dopo la nascita.
Diverse ansie sono presenti nelle future mamme e riguardano il prossimo modo di vivere dopo un evento così naturale, ma pur sempre impegnativo.
In presenza di stati elevati di stress, può avvenire persino un aborto o un parto pretermine.
A parte il bambino nato prematuro, con problemi di nascita a causa del basso peso “(sotto il chilo)”, nel nato a termine da mamma in stato ansioso si possono osservare alcuni frequenti problemi, quali: stato di irritabilità o di eccitabilità, o entrambe le situazioni, condizioni che possono influenzare il ritmo del sonno o i processi digestivi e nutrizionali.
E’ logico evitare, quindi, gli stati ansiosi; non con ansiolitici, ma con tecniche di rilassamento.
Il supporto del partner è fondamentale, anche se a volte, il compagno risente, anch’esso dello stress dell’evento.
Essendo in estate, è quanto mai utile ricordare atteggiamenti errati, che danneggiano il bambino e che, purtroppo si osservano molto frequentemente.
Il primo importante problema, riguarda l’esposizione al sole dei lattanti e di tutti i bambini: è realmente dannoso il sole diretto delle ore centrali.
Combattiamo il caldo evitando che sudino e non si espongano a correnti d’aria, non coprendoli troppo.
L’abitudine di questi ultimi anni, di tenere i bambini svegli oltre le ore 21, danneggia il bambino stesso.
E’ doveroso rispettare abitudini e ritmi di vita, senza turbare le consuetudini dovute al riposo.
La vacanza ideale per i bambini non fa distinzione tra mare, campagna, montagna.
Infatti ci sono regole comuni da rispettare comunque:posti tranquilli, aria pulita, non troppo caldi o umidi, con la presenza di tanto verde per migliorare l’ossigenazione.
Si può suggerire, per esempio, il mare ad un bambino linfatico o la montagna ad un bambino anemico, ma, anche se qualche Pediatra lo concede, mai superare i 1000-1200 metri per un lattante od un bambino intorno all’anno.
Si sa ed è facilmente intuibile, che l’aria più rarefatta e la percentuale di ossigeno inferiore, non giovano al bambino e tale situazione può avere effetti cerebrali e accrescitivi.
come al solito anche questo articolo è stato realizzato con la consulenza medico scientifica gratuita del Prof.Giovanni Serra, già Primario Neonatologia dell’Ospedale Gaslini di Genova.
Luisa Costa