Allarme antibatterici chimici

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Da Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” riceviamo e pubblichiamo

Il Triclosan è in gran parte dei saponi commercializzati nel mondo, il principio attivo contenuto in tali prodotti ma anche in dentifrici, che vengono commercializzati come antibatterici o antimicrobiologici e che spicca ancora in bella vista sull’etichette di moltissimi di questi, nonostante numerose associazioni dei consumatori, ma anche qualche produttore, abbiano avviato da tempo alcune battaglie per bandirlo poiché sarebbe causa di possibili danni alla salute.

In particolare, diversi studi avrebbero dimostrato che il triclosan potrebbe alterare la regolazione ormonale negli animali da laboratorio o causare resistenza agli antibiotici, tant’è che al di là delle cause intentate da alcuni gruppi di consumatori anche membri del Congresso statunitense si starebbero battendo per vietare la messa in commercio di prodotti a base di tale tipo di antisettico.

Così il triclosan è finito anche nel mirino della F.D.A., la Food and Drug Administration, ossia l’ente americano che vigila sulla sicurezza alimentare che ha avviato una propria indagine conoscitiva che però non si concluderà prima della fine dell’anno prossimo, anche perché tale inchiesta federale potrebbe determinare non pochi “grattacapo” per i produttori di saponi a base di antimicrobici e antibatterici, che rappresentano circa la metà del mercato americano pari a 750 milioni di dollari, secondo la società di ricerche di mercato Kline & Company.

Chiaramente le industrie produttrici di saponi e prodotti a base di triclosan si sono sbrigate immediatamente a smentire ogni possibile rischio per la salute da parte dei propri prodotti, anche perché gli stessi sarebbero sul mercato ormai da decenni.

L’altra faccia della medaglia da parte dei produttori è rappresentata dal fatto che non appena le associazioni consumistiche statunitensi hanno avviato campagne contro il triclosan, alcuni grandi gruppi industriali hanno rimosso e sostituito gli ingredienti meno controversi.

Per esempio, la Colgate-Palmolive ha sostituito il triclosan con acido lattico nel sapone liquido antibatterico Dish Palmolive , ed il Softsoap, sapone liquido per le mani, è stata riformulato nella sua composizione chimica.

Colgate, tuttavia, continua ad utilizzare triclosan nel suo dentifricio Colgate Total, perché è stato dimostrato assai efficace per combattere gengivite, come approvato proprio dall’FDA e “supportato da oltre 70 studi clinici su oltre 10.000 pazienti” ha annunciato la società in un comunicato.

Ma nell’ambito della polemica innescata negli States vi è da riferire quali sono le cause che hanno scatenato tale bagarre tra associazioni dei consumatori da una parte ed industrie produttrici dall’altra.

Gli studi che accennavamo prima, avrebbero dimostrato che il triclosan sconvolgerebbe a lungo termine l’ormone tiroideo in rane e topi, mentre altri avrebbero stabilito che triclosan altererebbe gli ormoni sessuali degli animali da laboratorio. Altri studi avrebbero dimostrato che il triclosan può causare un’ultra resistenza di alcuni batteri agli antibiotici.

A loro volta gli industriali del settore hanno replicato che le prove contro il triclosan erano poco convincenti e che la sostanza chimica è stata utilizzata in modo sicuro nei prodotti di consumo e negli ospedali per decenni ed inoltre, che non ci sarebbe alcuna prova che il triclosan avrebbe causato resistenza agli antibiotici.

Per quanto riguarda gli studi che avrebbero dimostrato che il triclosan sia un interferente endocrino, hanno spiegato, che gli animali utilizzati negli studi sono stati sottoposti a livelli tali che non sarebbero mai paragonabili a quelli ai quali siamo sottoposti a nell’uso quotidiano.

Ma veniamo all’Europa e alla Nostra Italia.

Ad oggi, secondo Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, non risulterebbe avviata nel Vecchio Continente da parte degli enti di controllo deputati, alcuna indagine, anche di natura conoscitiva sui possibili pericoli connessi all’utilizzo frequente di antibatterici contenuti in saponi e dentifrici.

Stante la natura degli interessi coinvolti, la salute dei cittadini da una parte e gli interessi finanziari di multinazionali dall’altra, al di là delle polemiche e delle voci, sarebbe comunque utile ed opportuno un intervento da parte degli organi di controllo a partire dal Ministero della Sanità per avviare un inchiesta sugli effetti del triclosan e degli antibatteri contenuti nei saponi e dentifrici anche in Italia.

Giovanni D’AGATA

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