Tumori, Vincenzo Mirone (Urologo, SIU/Fondazione Pro): “Familiarità aumenta fino a sei volte il rischio di tumore alla prostata”
Intervento a Uno Mattina: “Bene alimenti come melograno, tè verde e pomodoro”
“Avere una familiarità per cancro alla prostata moltiplica per tre volte il rischio della patologia all’interno della stessa famiglia. Ma attenzione, perché il cancro alla prostata e il cancro alla mammella si incrociano: se c’è una nonna con un cancro alla mammella, ci può essere un nipote che aumenta di tre volte il rischio di tumore. Nel caso, poi, in cui il papà e il nonno abbiano avuto un cancro alla mammella – raro ma possibile – il rischio aumenta fino a sei volte”. Lo ha detto il professor Vincenzo Mirone, Urologo e responsabile comunicazione SIU (Società Italiana di Urologia) e presidente della Fondazione PRO, intervenendo oggi in diretta a Uno Mattina.
“Siamo in pieno ‘Movember’ – ha spiegato Mirone – cioè il momento dell’anno in cui è forte la sensibilizzazione verso la prevenzione delle patologie che colpiscono la popolazione maschile, ed è utile parlare di prevenzione verso quel killer silenzioso che è il cancro alla prostata, una patologia con cui oggi convivono 650.000 uomini, con circa 37.000 nuove diagnosi l’anno. Va ricordato che per scoprire questa malattia servono tre esami: il PSA, l’ecografia e l’esplorazione digito-rettale. Quest’ultimo esame, lasciatemelo dire, deve smettere di essere un tabù per gli uomini. Il solo PSA non basta per una diagnosi. Dobbiamo poi ricordare l’importanza dell’alimentazione per prevenire o migliorare alcuni sintomi: bene le spremute di melograno, il tè verde e il pomodoro”, ha concluso Mirone.
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