Accordo CNR – AHRC per il patrimonio culturale

Ieri è stato firmato un memorandum di intesa tra il Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’Arts and Humanities Research Council (AHRC) per la realizzazione di progetti di ricerca comuni, scambio di informazioni e mobilità di ricercatori. L’accordo è stato siglato a Roma, presso la sede del CNR, dal vice Presidente Roberto de Mattei e da Philip Esler, Direttore esecutivo dell’AHRC. Erano presenti il Presidente dell’Ente, Luciano Maiani, e l’Ambasciatore britannico Edward Chaplin.
Il memorandum darà vita ad una serie di attività congiunte per la ricerca nel campo dell’arte, delle discipline umanistiche, della scienza e della tecnologia per i beni culturali. L’attività comune prevede, in particolare, progetti di ricerca condivisi, seminari, workshop, scambi di ricercatori, di informazioni e la divulgazione delle risorse scientifiche acquisite. Oltre agli Enti firmatari, potranno prendere parte alle attività comuni anche altri soggetti ritenuti adeguati “case by case”.
L’intesa fa seguito ad una serie di accordi stipulati nel 2005 dal CNR con altre istituzioni inglesi: The Courtauld Institute of Art (CIA), Centre for Philosophy of Natural and Social Science at the London School of Economics and Political Science (LSE), The School of Advanced Study (SAS) e Department of Italian (ULC), tra le più autorevoli nel campo delle arti e delle scienze umane.
L’accordo nasce anche sulla base di una cooperazione già molto intensa tra Italia e Regno Unito, come dimostrato dallo sviluppo di progetti congiunti quali “Net Heritage – Eredità in rete”, condotto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il cui obiettivo è quello di coordinare i programmi nel campo delle ricerche applicate alla protezione del patrimonio culturale tangibile.
“Se partiamo dal presupposto che i beni culturali sono patrimonio dell’umanità e non solo della singola nazione che li detiene”, dichiara Roberto de Mattei, “il confronto e la cooperazione internazionale sono più che mai necessari per condividere i risultati. La valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale, che costituisce non solo un fattore di crescita economica, ma anche un elemento centrale dell’identità di un Paese, è una delle priorità strategiche del CNR”.
“Con l’accordo di oggi”, afferma Philip Esler, “Le comunità scientifiche italiana e britannica stanno affrontando in gran parte le stesse sfide, e una collaborazione fra i nostri Paesi può certamente aiutare a confrontarsi con esse. L’AHRC è lieto di far parte di un accordo che speriamo possa portare vantaggi significativi ai ricercatori in entrambi i nostri Paesi”.
Sul valore e la ricchezza del patrimonio culturale italiano ha posto l’accento l’Ambasciatore Chaplin: “L’Italia è al primo posto nella classifica dell’UNESCO dei paesi che ospitano beni naturali e culturali considerati di valore universale. E’ quindi motivo di grande soddisfazione vedere oggi rafforzata la cooperazione tra i nostri due Paesi, entrambi impegnati ad affrontare sfide importanti, e sono certo che questo nuovo accordo condurrà a grandi benefici reciproci”.
All’incontro tra CNR e AHRC sono intervenuti: Salvatore Garraffo per il Dipartimento Patrimonio Culturale del CNR, Manuela Arata, responsabile dell’Ufficio per il trasferimento tecnologico del CNR, Antonia Recchia, responsabile della Direzione Generale per l’organizzazione, l’innovazione, la formazione, la qualificazione professionale e le relazioni sindacali del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Maria Uccellatore, direttore Ufficio III, Direzione Generale per le Strategie e lo Sviluppo dell’internazionalizzazione della Ricerca Scientifica e Tecnologica del MIUR, Philip Esler e May Cassar, capo della delegazione inglese.
L’intesa è stata sottoscritta nell’ambito di un programma di incontri che prevedono il confronto tra ricercatori CNR e una delegazione inglese sul tema: “UK mission to Italy: research for the conservation of cultural heritage including diagnostics, protection, intervention, monitoringand innovative technologies”.
La delegazione si recherà a Firenze, dove si prevedono visite ai Laboratori di Restauro della Soprintendenza a agli Uffizi e un convegno presso l’Area di Ricerca del CNR di Sesto Fiorentino, e poi a Bologna, dove si terrà una conferenza organizzata dall’Istituto delle scienze dell’atmosfera e del clima (Isac) del CNR.

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