Gli ecosistemi del software per dispositivi mobili e la distruzione creativa del mercato mobile
Di Saverio Romeo – Senior Industry Analyst Comunicazioni Mobili
L’industria delle comunicazioni mobili non sta vivendo un periodo di armonia. Questo fatto non è necessariamente negativo! L’armonia probabilmente non è uno stato in cui i mercati tecnologici vogliono rimanere a lungo. L’innovazione è il traino dei mercati tecnologici e, come ci ha insegnato l’economista Joseph Schumpeter, l’innovazione non è un processo armonico ma un processo di “distruzione creativa”. All’improvviso e in maniera inaspettata, un mercato tecnologico è bombardato di idee provenienti da fonti insolite e, di conseguenza, cambia drasticamente, in modo quasi incosciente. L’industria delle comunicazioni mobili sta vivendo l’esperienza della “distruzione creativa”. Il mondo del software e di internet sono entrati prepotentemente nell’industria mobile, spostando l’attenzione da infrastrutture, servizi voce e messaggi verso applicazioni e mobile web. Gli operatori di rete mobile non sono più il centro dell’universo come un tempo. Oggi, l’industria mobile ruota attorn
o alle piattaforme software, dove un sistema operativo mobile è il centro di gravità per una moltitudine di organismi, dai produttori di dispositivi mobili agli sviluppatori di applicazioni. Ma gli universi dei sistemi operativi sono molteplici. C’è un paesaggio frammentato di ecosistemi di software per dispositivi mobili disegnati attorno a diversi sistemi operativi. Ci sono grandi nomi di successo come iOS di Apple e Android di Google (con la recente acquisizione di Motorola). Ci sono nomi che aspirano a diventare grandi come Windows e BlackBerry OS. Ci sono piccoli player come QNX (RIM), webOS (HP), MeeGo (Intel, Nokia, China Mobile) e Bada (Samsung). Forse ce ne sono troppi, così tanti che l’industria, particolarmente gli sviluppatori di mobile software, iniziano a desiderare strumenti trasversali che tendano ad armonizzare questi ambienti o che almeno creino dei ponti tra i diversi ecosistemi.
Ma la gioia della frammentazione sembra essere più allettante della pace interiore dell’armonia. E durante le ultime settimane abbiamo assisto chiaramente come sia proprio questa la situazione. Mozilla ha lanciato il progetto Boot to Gecko (B2G) che punta a sviluppare “un sistema operativo standalone per il web aperto”. L’idea che Mozilla sia coinvolto nello spazio mobile non sorprende, ma il modo in cui Mozilla si sta avvicinando allo spazio mobile presenta molte domande senza risposta. Il progetto B2G sembra più un’avventura della conoscenza che un vero e proprio approccio pianificato al mondo mobile. Ma, probabilmente, questo è lo spirito di Mozilla! L’altro evento arriva dalla Cina. Alibaba, il provider di ecommerce cinese, ha finalmente rivelato il suo sistema operativo mobile, chiamato Aliyun. Il primo telefono basato su Aliyun è il K-Touch Cloud Smart Phone W700. Il dispositivo sarà focalizzato sui servizi cloud. Sono in programma anche altri smartphone e tablet basati
su Aliyun per il mercato cinese. E poi Google che compra Motorola e mette le basi per il secondo impero dove software e hardware diventano complementari ed inscindibili, dove vi sono smartphone e servizi, dove vi sono social network e modelli di business basati sulla pubblicita’, dove si guarda a tecnologie emergenti come NFC.
Dobbiamo quindi aspettarci altre novità? Entro il 2015, il numero di smartphone venduti dovrebbe raggiungere quota 850 milioni a livello globale. Le predizioni per i dispositivi connessi parlano di miliardi di dispositivi intelligenti. La torta sta diventando sempre più grande! I giganti del mercato ICT e le aziende che si occupano di tecnologie innovative possono decidere di sviluppare un sistema operativo e creare altri ecosistemi per accaparrarsi quote di mercato. Vogliamo divagare? Microsoft potrebbe pensare di comprare Nokia e creare il terzo impero o forse consolidare una strada nuova per il colosso di Redmont, ma gia’ timidamente presa: diventare un piattaforma per piu’ produttori di telefonini. HTC e Samsung potrebbero pensare di prendere altre strade, magari piu’ indipendenti, magari pensare a creare un proprio ecosistema. Quest’ultima strada piu’ plausibile per Samsung che HTC. Amazon ha annunciato il lancio di un tablet, ma le voci a proposito di un sistema operati
vo sono ancora molto radicate. Da qualche tempo, gli operatori di rete mobile sono tentati di entrare nello spazio dei sistemi operativi. Il sistema operativo mobile Baidu dovrebbe uscire entro la fine dell’anno. Aziende internet come Opera o grandi provider di contenuti mobili potrebbero essere tentati da una possibile avventura. Tutti questi tentativi possono assumere la forma di ecosistemi di software per dispositivi mobili indipendenti, ma possono anche assumere la forma di ecosistemi a sé stanti in grado di utilizzare i componenti di altri ecosistemi; esempi di quest’ultimo caso sono QNX, che rende possibile l’utilizzo di applicazioni Android, oppure Aliyun, su cui si possono eseguire applicazioni Android.
E’ troppo presto per parlare di armonia e, probabilmente, quel momento non arriverà mai. Certo la mossa di Google potrebbe far presagire una oligarchia di tre o quattro grossi imperi, ma forse e’ presto per dirlo. L’unica “certezza” e’ che le tendenze contrastanti di frammentazione e integrazione trasversale delle piattaforme stanno definendo in maniera confusa il mercato mobile. Non c’è di che preoccuparsi! E’ tutto in linea con Schumpeter e l’impeto creativo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Ma gli attori del mercato che vogliono essere parte di questa storia dovrebbero trovare il proprio posto in questi ecosistemi – un posto che ben si accordi al proprio core business – e definire una strategia che renda loro possibile avere una fetta della torta molto grande del mercato futuro delle comunicazioni mobili.