I Mercati Europei dell’Energia Eolica Volano sulla Scia del Programma dell’UE per l’Energia Rinnovabile

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Il mercato europeo dell’energia eolica sta iniziando a riprendersi dalla crisi economica del 2009. Con la stabilizzazione della domanda, è prevista una crescita regolare. Allo stesso tempo, ci si attende che il mercato si consoliderà ulteriormente, favorendo così l’affermazione di un numero ridotto di operatori più forti.

Una nuova analisi di Frost & Sullivan (http://www.energy.frost.com), intitolata “European Wind Energy Markets”, ha rilevato che il mercato ha prodotto entrate per 19.18 miliardi di dollari nel 2010 e stima che questa cifra raggiungerà quota 42.48 miliardi di dollari nel 2017. La ricerca coinvolge i settori applicativi dell’energia eolica offshore e su terraferma.

“Il mercato europeo dell’energia eolica è trainato principalmente dal programma dell’Unione Europea per l’energia rinnovabile, che prevede di soddisfare il 20% del fabbisogno energetico attraverso fonti rinnovabili entro il 2020”, osserva Neelam Patil, analista di Frost & Sullivan. “L’elevato potenziale di crescita dell’energia eolica offshore, insieme ai mercati emergenti dell’Europa centrale ed orientale, sta attirando investimenti nel mercato europeo.”

L’energia eolica continuerà a rappresentare un contributo significativo al portfolio energetico dei Paesi membri dell’Unione Europea, nel loro tentativo di raggiungere l’obiettivo fissato dall’UE per il 2020. Germania, Spagna e Francia continuano ad installare un numero sempre maggiore di impianti eolici e progettano di superare i propri obiettivi e offrire l’eccedenza di energia agli altri Paesi membri dell’UE. L’Italia continuerà ad installare impianti eolici ad un tasso stabile ogni anno per raggiungere l’obiettivo nazionale, e ogni deficit sarà coperto grazie alle importazioni da Paesi con eccedenze energetiche. Il Regno Unito si sta affidando pesantemente allo sviluppo di impianti eolici offshore per raggiungere l’obiettivo fissato per il 2020.

Il panorama non era così promettente un anno fa. La diminuzione della domanda di energia eolica, dovuta al rallentamento dell’economia e alla sovraccapacità del mercato, aveva portato il prezzo dell’energia eolica al minimo nel 2010.

Inoltre, la sfida incalzante sui prezzi tra le nuove realtà provenienti dall’Asia e i produttori europei di turbine eoliche ha costretto gli operatori meno efficienti ad abbandonare il mercato. La tecnologia eolica offshore rimane una zona grigia, con aspetti pratici che restano ancora da verificare, come ad esempio il funzionamento, la manutenzione e la fornitura di servizi per le turbine eoliche offshore nel periodo invernale.

Intanto, si prevede che l’Europa centrale ed orientale si affermerà come mercato a basso costo per le tecnologie di basso livello. Ciò lo renderà attraente agli occhi dei produttori asiatici.

“Se da una parte è difficile entrare nel mercato dell’Europa occidentale, i mercati emergenti dell’Europa centrale ed occidentale saranno guidati in maggior misura dal prezzo piuttosto che dalla tecnologia, riducendo così le barriere per l’ingresso nel mercato – aggiunge Patil -. Per le tecnologie offshore sono importanti i tempi, sebbene sia di importanza critica anche un comprovato curriculum di esperienze. Le aziende che aspettano troppo a lungo che siano gli altri a condurre e verificare la tecnologia corrono il rischio di perdere delle occasioni di crescita.”

Nel mercato maturo dell’Europa occidentale, le aziende devono fornire non soltanto la migliore tecnologia, ma anche eccellenti pacchetti di servizio per mantenere o acquisire quote di mercato. Nei mercati emergenti dell’Europa centrale ed orientale, i produttori di turbine eoliche dovranno essere estremamente efficienti e competitivi sui costi per riuscire a spuntare la guerra dei prezzi.

“I produttori europei dovranno continuare a produrre turbine eoliche superiori dal punto di vista tecnologico a prezzi competitivi – suggerisce Patil -. Possono sfruttare la propria posizione di superiorità tecnologica per sviluppare turbine eoliche offshore avanzate e con maggiori capacità, che permetteranno loro di raccogliere i benefici grazie alla superiorità nelle quote di mercato e alle economie di scala”.

Per maggiori informazioni su questo studio, si prega di contattare Chiara Carella, Corporate Communications di Frost & Sullivan, all’indirizzo chiara.carella@frost.com.

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