Libia: pesanti combattimenti, 24 ore d’inferno

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Sono 58 i morti per gli scontri a Tripoli, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità. L’avanzata di Haftar sulla capitale libica ha causato anche sei vittime civili e 275 feriti. Scontri e raid, con frequenti e controversi passaggi di mano di postazioni annunciati dagli uffici stampa dei due schieramenti, si concentrano nel distretto di Ain Zara (12 km in linea d’aria a sud-est dalla centralissima Piazza dei Martiri), attorno all’aeroporto internazionale chiuso dal 2014 (25 km a sud) e alla cittadina di El-Azizia (45 km a sud-ovest.) Haftar si conferma in possesso di città di qualche decina di chilometri più distanti (Garian a sud, Tarhuna a est e Surma e Sabratha a est). Mentre l’operazione ‘Vulcano di rabbia’ delle milizie filo-Sarraj ha annunciato di aver preso di mira le linee di rifornimento del generale colpendo autocisterne di carburante e ha denunciato che l’Lna continua a sparare razzi BM-21 Grad in aree sud di Tripoli. I combattimenti stanno provocando la fuga di un numero di civili aumentato di 1.500 in un sol giorno e raddoppiati in 48 ore, portando la cifra totale a oltre 6.000 sfollati, come stimato dall’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari.

Haftar è a Mosca?
Secondo una fonte dell’Lna, le forze armate guidate da Haftar, il generale è a Mosca per incontrare alti funzionari del ministero della Difesa russo. “Il ministero degli Esteri non ha tale informazione” così il ministero degli Esteri russo ha risposto a una domanda dell’agenzia Interfax sulla presunta presenza a Mosca del generale per una visita non ufficiale.

La presa di distanza di Francia e Germania
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha condannato l’avanzata e la Francia ha fugato i dubbi di ogni suo possibile appoggio.

Ue e Onu: “Cessate il fuoco”
“Vogliamo un cessate il fuoco immediato, l’accesso umanitario, che è necessario e che inizi un processo politico e i negoziati” ha detto il portavoce della Commissione europea. Stesse parole usate dal segretario generale della Nazioni Unite. “E’ ancora il momento di fermarsi, è ancora il momento per un cessate il fuoco, per una cessazione delle ostilità per evitare il peggio che sarebbe una drammatica battaglia sanguinosa per Tripoli” ha detto Antonio Guterres.

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