Sport 2019: il Sudafrica di rugby, le statunitensi ai Mondiali e un colombiano al Tour

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Passione, dramma ed eccitazione: il 2019 ha tenuto gli appassionati di sport di tutto il mondo ancorati ai loro posti.

Guidato dal primo capitano di colore nei 128 anni di storia degli Springboks, il Sudafrica di rugby ha asfaltato la squadra favorita, l’Inghilterra, sconfiggendola col punteggio di 32 – 12 e assicurandosi per la terza volta la Coppa del Mondo nella finale di Yokohama.

Come ha ben detto il tecnico Erasmus, prima della sfida decisiva: “Per il Sudafrica, non è mai stato solo rugby, la nostra è una squadra che unisce una Nazione e crea una nuova ondata di speranza”.

Gli Springboks, dopo essere stati surclassati dagli All Blacks nel match di apertura, sono diventati la prima squadra a perdere una partita in Coppa del Mondo finendo col sollevare il trofeo.

La vittoria ha assicurato al Sudafrica il terzo trionfo in altrettanti finali mondiali, mantenendo il bizzarro record di vincere ad intervalli di 12 anni, dopo i successi del 1995 e del 2007.

All’inizio dell’anno, la Nazionale femminile statunitense di calcio ha ricevuto eroici onori dopo aver conquistato in Francia la Coppa del Mondo per la quarta volta.

Centinaia di migliaia di appassionati si sono riversati nelle nove città ospitanti per assistere alle sfide, la FIFA ha stimato che per la prima volta la competizione di quest’anno ha attirato un totale di un miliardo di telespettatori.

Le compagne di squadra di Alex Morgan sono partite forte, battendo la Thailandia per 13-0 prima di sconfiggere in successione Spagna, Francia e Inghilterra nella fase a eliminazione diretta, arrivando poi allo scontro finale con i Paesi Bassi.

Alla fine, gli Stati Uniti si sono imposti contro le campionesse in carica per 2-0, rimpolpando così i titoli del 1991, 1999 e 2015 e concludendo alla grande un emozionante torneo.

Al di là di tutto, tra celebrazioni controverse anche la disparità retributiva di genere ha fatto notizia, con molti tifosi che ritengono che sia necessario un cambiamento.

“Penso sia ingiusto che le donne non vengano pagate allo stesso modo per svolgere le stesse attività, soprattutto lo stesso sport, la disuguaglianza nei salari è totalmente ingiustificata perché non siamo più nel 1800 ma nel 2019, dovremmo trattare tutti allo stesso modo, soprattutto se si parla dello stesso lavoro”.

La Nazionale femminile statunitense ha fatto causa alla Federcalcio del proprio Paese, sostenendo una discriminazione di genere che include un compenso sperequato rispetto alla squadra maschile, peraltro molto meno vincente.

Un giudice ha fissato la data del processo per il 5 maggio prossimo, meno di tre mesi prima dell’inizio delle Olimpiadi di Tokyo, dove la squadra dovrebbe gareggiare.

Il 2019 ha anche segnato l’ascesa di Egan Bernal, giovane promessa che ha sfidato tutti i pronostici rivendicando una storica prima vittoria al Tour de France per la Colombia.

Soprannominato “il ragazzo prodigio” nel Paese d’origine, dotato di superbe doti in salita, all’età di 22 anni Bernal è diventato il più giovane campione del dopoguerra, per la gioia delle centinaia di colombiani presenti sugli Champs Elysees.

È stata una conclusione tra le più sbalorditive della recente storia del Tour, deciso nella penultima giornata, a coronamento del tappone alpino.

La vittoria vede Bernal interrompere una serie di quattro successi britannici consecutivi nella gara più prestigiosa del ciclismo, segnando probabilmente il risultato più alto tra gli sportivi colombiani.

 

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