In tutti questi anni abbiamo sprecato ogni tipo di aggettivo per definire Gigi Buffon e per questo motivo non basta più dire che si tratta del miglior portiere del mondo, eroe della Juventus e della mitica Nazionale del 2006. Potremmo star qui a parlare di una carriera stratosferica all’insegna dell’impegno costante e della continuità, ma oggi daremo spazio solo ed esclusivamente ad una statistica. 648 presenze in Serie A.
E’ stata questa la cifra toccata oggi dal portiere della Juventus durante il derby contro il Torino, vinto dai bianconeri con il risultato di 4-1. Una vittoria che per Gigi Buffon ha un sapore ancora più speciale, visto che con questa partita il record assoluto di presenze della storia della Serie A è ufficialmente il suo. La gioia si triplica anche quando subito sotto di te in questa speciale classifica ti ritrovi un tale Paolo Maldini (che deteneva il record), non certo uno qualunque.
Come è stato specificato prima, non ci concentreremo su quello che Buffon ha fatto nella sua carriera (perché lo sappiamo tutti), ma faremo delle importanti considerazioni su un uomo che nonostante i suoi 42 anni non vuole lasciare quella porta, anzi in un periodo in cui la Serie A ha avuto un lungo stop e i giocatori hanno fatto una certa fatica per rientrare in condizione, la Juventus ha avuto qualche battuta d’arresto nelle prime gare, ma è stato proprio in quel frangente che i bianconeri hanno ritrovato ancora una volta le prodezze di Gigi Buffon, pronte a porre nuovamente rimedio alle difficili situazioni e a questo proposito basterebbe tirare in ballo i miracoli compiuti contro il Milan nel match di Coppa Italia, primo incontro nel nostro paese dopo la pandemia da coronavirus, con i giocatori che erano tutti sulle gambe e hanno trovato nel portiere più di una salvezza in quel frangente.
Una storia quella tra la Juventus e Buffon che dopo l’eliminazione in Champions League con il Real Madrid e la famosa espulsione per proteste dopo il rigore concesso ai blancos sembrava essere finita, con il portiere che è volato a Parigi per vestire la maglia del Psg. Eppure non è bastata la Ligue 1 conquistata con il club parigino a trattenere la voglia di Buffon di tornare in punta di piedi ad indossare nuovamente la maglia bianconera, persino con il numero 77 alle spalle, una bestemmia per gli amanti più sfegatati del calcio. Dopo il suo rientro a Torino doveva fare il secondo portiere della Juventus per dare spazio al più giovane Szczęsny e giocarsi da titolare solamente la Coppa Italia.
Ma come al solito ciò che fai in campo ha sempre delle conseguenze che si rivelano negative o positive per quanto riguarda il tuo ruolo in una squadra ed è proprio per questo motivo che Buffon tra i pali si è piano piano riguadagnato il posto da titolare fisso con tanto di estrema fiducia dei tifosi e della società. Il traguardo raggiunto oggi non è solo un numero, ma la sintesi perfetta di una carriera strepitosa all’insegna di un calcio che oggi vede le sue fondamenta e i suoi valori estinguersi sempre di più. C’è veramente poco da aggiungere alle emozioni che Buffon ha saputo regalarci in questi anni e chi è davvero amante di questo sport, indipendentemente dai colori a cui è legato può solamente dire 648 volte grazie a Buffon e probabilmente non basterebbero nemmeno.